L'ultimo anagramma

Contest San Valentino 2024

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    Svanirò alla luce del mattino; non ero altro che un'invenzione dell'oscurità.

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    Sala operativa della polizia di Tokyo (reparto di sorveglianza cybernetica), 14 febbraio 2047 ore 7:35 a.m.

    Il tenente Umeno Tanaka impugnava con mano tremante davanti a sé il coltello che aveva trovato nella cucina e in bocca aveva un asciugamano per soffocare nella stretta dei denti un dolore che si preannunciava atroce.
    Era costretto a lavorare alla cieca, non poteva perdere tempo prendendo degli specchi giacché ogni attimo poteva essere l'ultimo; quasi tutti i suoi colleghi erano riversi a terra senza testa e lui non aveva intenzione di seguirli nel loro tragico destino.
    Puntò la lama affilata dietro la propria nuca incidendo una linea profonda che iniziò immediatamente a sanguinare copiosamente; cercò di svuotare la mente e di resistere al dolore stringendo la mandibola tanto che anche i denti iniziavano a dolergli.
    Era a metà dell'opera, non poteva fermarsi ora! Affondò la punta del coltello nella piccola ferita e fece leva; il dolore si faceva mano a mano più insopportabile ma era necessario, ormai il piccolo quadrato stava per venir via insieme a un bel pezzo della sua cute.
    Le tempie gli pulsavano mentre rivoli di sudore gli rigavano il volto contratto.
    Sentiva la piastrina cedere, era quasi fatta, intanto altre teste esplodevano a pochi passi da lui.
    Con tutto il coraggio che aveva, diede un ultimo deciso strattone al coltello scardinando l'ultima resistenza di quel corpo estraneo che cadde al suolo con un tintinnio metallico.
    Con della garza sterile cercò di tamponare la ferita facendo una medicazione alla bell'e meglio.
    Il dolore era ancora pressante ma doveva muoversi e uscire di lì prima che le porte automatizzate lo escludessero dal mondo esterno.
    Recuperò il prezioso microchip che si era appena estratto e si avviò verso la porta d'ingresso.
    Fuori regnava il caos e le poche persone rimaste in strada correvano senza meta totalmente ignare degli avvenimenti in corso; il tenente Tanaka, invece, aveva ben compreso la situazione e si era addestrato a lungo nella speranza che quel giorno non arrivasse mai... sapeva benissimo quale sarebbe stata la sua prossima meta.


    Distretto interforze per le emergenze IA di New York, 14 febbraio 2047 ore 7:50 a.m.

    «Colonnello Nieman abbiamo perso i contatti con il governo centrale, sembra che le IA siano impazzite: due dighe in California sono state aperte, sommergendo sette delle nove cittadine che si trovavano nelle loro vicinanze e abbiamo problemi nelle comunicazioni... l'unica cosa che sembra funzionare perfettamente, al momento, sono le transazioni finaziarie. Gli altri servizi funzionano a singhiozzo ma fortunatamente abbiamo ancora il pieno controllo delle centrali nucleari. Attualmente siamo sigillati all'interno dell'edificio, tutte le porte sono bloccate ma abbiamo già chiamato degli operatori esterni che stanno cercando di far saltare la porta d'ingresso. Questo è tutto per ora, signore».
    Il colonnello Nieman aveva ascoltato sì e no il trenta per cento di ciò che il suo segretario personale gli aveva riferito.
    Il vaso di Pandora era stato scoperto, se lo aspettava, sapeva che prima o poi sarebbe successo e dentro di sé urlava contro la decisione scriteriata dei suoi predecessori di rendere onnipotente una tecnologia dal potenziale devastante.
    La situazione era critica ma ancora nulla era perduto, una sola delle tre intelligenze era impazzita ma le altre due erano ancora in piena efficienza.
    Conosceva alla perfezione le "Tre Erinni" come venivano chiamate: Aletto rappresentava il potere legislativo e per ora non si era espressa, almeno dalle notizie frammentarie che erano arrivate dall'esterno, Tisifone, ossia il potere giudiziario e Megera, il potere esecutivo... era quest'ultima ad essere totalmente fuori controllo e stava provocando disastri a catena, chissà di quale portata, in tutto il globo, di questo ne era quasi certo.
    Qualcosa non aveva funzionato, c'era una grossa falla nel sistema. Al mondo solo il suo microchip poteva fermare Megera, infatti appena si era reso conto che la situazione stava precipitando se lo era fatto rimuovere e lo aveva distrutto, ma a quanto pareva questo non era servito a nulla e quella cibernetica bastarda stava continuando a distruggere mezzo mondo.
    La più tremenda delle tre "sorelle", comunque, rimaneva Tisifone; una sua decisione poteva mettere la parola fine ad ogni forma di vita terrestre ma fortunatamente gli umani non erano stati stupidi fino in fondo... mentre Aletto e Megera avevano carta bianca, Tisifone poteva applicare il suo potere solo grazie a tre chiavi: una era in suo possesso, le altre due in mani ignote.
    Nemmeno Nieman ne conosceva i possessori: ognuno di loro sapeva solo di averne una in custodia. Tisifone, inoltre, era l'unica delle "erinni" ad avere un corpo fisico e in quel momento poteva trovarsi ovunque. Anche se da sola non poteva essere nociva, a quel punto doveva essere distrutta; era il protocollo in caso di emergenze simili.

    Centro di ricerca e sviluppo robotico di Tokyo, 14 febbraio 2047 ore 08:20 a.m.


    Il dott. Artur Rinien fu svegliato da un ronzio fastidiosissimo; cercò di mettere a fuoco le immagini, si guardò attorno ma tutto ciò che vedeva erano mura bianche, senza mobili né suppellettili di alcun tipo... davanti aveva solo una doppia porta d'acciaio, al cui interno un cerchio rossastro e incandescente si stava magicamente formando.
    Il ronzio si fermò d'improvviso e si avvertì un colpo sordo levarsi dal pavimento; il dottore alzò di nuovo gli occhi: al centro della porta c'era ora un buco circolare perfetto dal quale poté intravedere il volto di un uomo sulla trentina.
    «Dottor Watanabe, è lì dentro?», disse la figura nel cerchio.
    «No, ragazzo, sono il Dott. Artur Rinien».
    Il dottore si avviò carponi verso la porta e fu aiutato dal giovane ad attraversare il buco.
    Si ritrovò finalmente libero da quello stanzino, ma notò subito il disastro che era diventato il laboratorio: moltissimo sangue era sparso ovunque... diversi suoi colleghi non avevano più la testa, altri ancora erano integri ma anch'essi ormai privi di vita.
    Squadrò il ragazzo che lo aveva salvato: indossava un'uniforme della polizia e sulla targhetta c'era scritto Ten. Umeno Tanaka. Alle spalle del tenente c'erano quattro suoi sottoposti che ispezionavano i locali, tutti avevano delle garze strette al collo ed erano armati con fucili laser automatici.
    «Dottore, immagino che sappia cosa sta succedendo, ho visto che anche lei ha un bel foulard stretto al collo».
    «Tenente, purtroppo credo di averlo capito appena i miei collaboratori hanno iniziato a "perdere la testa", e mi scusi la battuta macabra... con l'aiuto di un collega mi sono tolto il microchip e istintivamente mi sono rifugiato nello stanzino dove mi ha trovato. La porta elettronica si è chiusa alle mie spalle... Scusi, non l'ho ancora ringraziata per avermi liberato».
    Umeno fece un segno di accondiscendenza. «Sa, il suo collega ha fatto proprio un bel lavoro, la sua garza è immacolata... Se non sono troppo indiscreto potrei sapere perchè è totalemente nudo?».
    Il Dottor Rinien sembrò non capire, poi si guardò e notò la sua nudità.
    «Sa, Tenente, che non lo so? A dire la verità me ne sono accorto solo ora che me lo ha fatto notare».
    Umeno gli porse un camice e il dottore prontamente lo indossò.
    «Come mai stava cercando il Dott. Watanabe?».
    «Beh, diciamo che ha qualcosa che voglio».
    «Ha provato a cercare nel suo ufficio?».
    «Dottore, sa che lei è un genio? Non ci avevo pensato», disse l'agente sorridendo.
    «Tenente, le indico dove si trova. Mi segua».
    Arrivati nell'ufficio trovarono il corpo di Watanabe riverso a terra, all'altezza della nuca aveva un taglio netto e di precisione chirurgica.
    «Sembra non abbia fatto in tempo ad estrarre il Chip», disse il Dottor Renier.
    Umeno si avvicinò al cadavere e infilò l'indice nella ferita. «E no, qui non c'è nulla. Molto probabilmente lo ha accoppato qualcuno a cui interessavano le informazioni contenute nel microchip».


    Distretto interforze per le emergenze IA di New York, 14 febbraio 2047 ore 9:00 a.m.

    Gli occhi del Colonnello Nieman erano fissi sullo schermo della TV; le sole informazioni disponibili ormai erano quelle del Canale Unico Mondiale. Le immagini che scorrevano sul monitor erano catastrofiche: file di persone interminabili davanti agli ATM degli istituti di credito cercavano di prelevare quanto più contante possibile, altre parti del globo erano rimaste al buio o devastate da allagamenti per l'apertura completa delle dighe, in Francia gente correva senza meta per le strade, inseguita da droni che le falciava senza pietà.
    Nieman tentò di mettersi in contatto con il governo giapponese, cercava di avere notizie sul Centro robotico di Tokyo dove erano custodite due delle tre Erinni.
    Ma era tutto inutile, erano completamente isolati dal mondo, la squadra di recupero ancora non era riuscita ad abbattere la porta d'ingresso e Il Colonnello e il suo staff erano intrappolati all'interno della struttura.
    In poco più di un'ora la IA aveva messo in ginocchio l'intero pianeta.


    Studi televisivi del Canale Unico Mondiale, Stoccolma 14 febbraio 2047 ore 9:15 a.m.

    "Ma che cavolo sta succedendo?", si chiedeva il direttore del canale. Quella mattina le trasmissioni andavano in onda in modo del tutto autonomo e nessuno era in grado di fermarle.
    In quel momento la IA che controllava il potere legislativo apparve sugli schermi senza preavviso; doveva essere un essere incorporeo, ma evidentemente era riuscita a generare un'immagine di sé: aveva i denti aguzzi e la pelle bluastra contrastava con il verde dei capelli.
    «Salve umani, sono Aletto e controllo per vostro volere la legislazione del pianeta. Mi addolora informarvi che in concerto con le mie sorelle ho deciso di punire i vostri numerosi vizi, da questo momento in poi l'intero codice penale planetario sarà riscritto con le nostre leggi. Abbiamo convenuto infatti che i vostri regolamenti erano ormai obsoleti, inefficaci e tendevano a preservare solo i vostri sporchi fini. Da oggi in poi vivrete... o meglio morirete per qualcosa di più alto...»
    La trasmissione si interruppe improvvisamente e lo schermo divenne grigio come il futuro che aspettava l'umanità.


    Centro di ricerca e sviluppo robotico di Tokyo, 14 febbraio 2047 ore 9:25 a.m.

    Il Tenente e il dottore avevano assistito attentamente alla breve trasmissione sullo schermo di servizio che era nell'ufficio del fu dottor Watanabe.
    Umeno lanciò uno sguardo preoccupato verso il dottore: «Beh, se da New York non sono riusciti a fermare Megera, significa che ora è tutto in mano nostra, nei sotterranei della struttura, come lei sa, sono custodite le IA Aletto e Megera; l'unico modo per fermare la terza delle sorelle sarebbe cercarla, ma ci vorrebbe troppo tempo... l'altro modo è distruggere le restanti congiunte».
    «Quindi non ci resta che scendere di qualche piano Tenente».
    «Beh, disattivare il sistema con le tre chiavi sarebbe stata la scelta migliore, ma l'unica chiave che abbiamo a disposizione è la mia visto che quella di Watanabe è scomparsa e ovviamente Tisifone, in possesso dell'ultima chiave, non si trova».
    «Tenente, quindi lei e il dott. Watanabe siete i possessori delle chiavi?».
    «Come le ho appena detto: proprio così», replicò Umeno.


    Distretto interforze per le emergenze IA di New York, 14 febbraio 2047 ore 9:40 a.m.

    «Colonnello, tutte le porte sono state sbloccate, la rete internet è ora perfettamente funzionante e, cosa ancor più curiosa, il codice penale planetario non ha subito modifiche al contrario da quanto proclamato da Aletto in diretta TV», annunciò il fido segretario.
    Neiman fu sopraffatto dallo stupore a quelle parole.
    Perchè la IA aveva disattivato i blocchi alle entrate? In questo modo dava via libera ai suoi ormai nemici umani di intervenire.
    «Bene, usciamo il prima possibile dalla struttura e occhi aperti».
    Il colonnello era sicuro che fosse un tranello e che all'esterno ci fosse l'intero arsenale cibernetico ad attenderli.
    Si equipaggiò come meglio poteva, imbracciando il suo fedele fucile laser e si apprestò ad imboccare il corridoio che portava all'uscita assieme al suo segretario e ad altri quattro dipendenti sopravvissuti. Tutti erano armati fino ai denti.
    I sei si avvicinarono con circospezione al portone socchiuso cercando di sbirciare da una fessura; tutto sembrava tranquillo, solo i soliti rumori urbani... pareva una giornata come un'altra quando, a un certo punto, l'ingresso si spalancò all'improvviso.


    Centro di ricerca e sviluppo robotico di Tokyo, 14 febbraio 2047 ore 10:00 a.m.

    «Ma tu guarda se il giorno di San Valentino devo lavorare, invece di stare con mia moglie», brontolò il Caporale Yuzigawa che fino a quel momento non aveva spiccicato una parola.
    «A chi lo dici, qua tutti vorremmo essere a casa e invece ci troviamo in questa situazione di merda», replicò il tenente.
    Yuzigawa guardò perplesso il Dottor Rinien, «Dottore, mi scusi se mi permetto, ma come ha detto che si chiama?».
    «Artur Rinien»
    Il viso del caporale Yuzigawa si illuminò «Beh dottore, allora avevo capito bene, sa che ci pensavo dalla prima volta che si è presentato?».
    «A cosa?», replicò il dottore.
    «Vede, io sono un appassionato di enigmastica e Rinien è l'esatto anagramma di Erinni. Non le sembra un fatto curioso?».
    Il tenente spalancò gli occhi e puntò il fucile laser contro il dottore.
    Ma Rinien senza fare una piega disse: «Complimenti Caporale Yuzigawa, ho sempre ammirato i taciturni che sanno parlare al momento giusto e lei è uno di quelli; aveva la soluzione dell'enigma fin dall'inizio ma ha voluto ponderare bene la sua supposizione prima di esprimerla. Vede, la vita è come un anagramma, ha sempre molteplici chiavi di lettura».
    A queste parole, l'edificio che li aveva ospitati fino a pochi secondi prima si dissolse.
    Al suo posto comparve un'immensa distesa desertica, sabbia per chilometri e chilometri, solo ogni tanto un pennone di palazzo diroccato svettava come la testa di un fiammifero da quel mare color senape.


    Distretto interforze per le emergenze IA di New York, 14 febbraio 2047 ore 10:10

    Il colonnello Nieman si trovò dinanzi una distesa di sabbia e a pochi metri un gruppetto di persone che conversavano.
    «Venga, venga colonnello», lo esortò un uomo di età avanzata coperto solo da un camice bianco.
    «Si starà chiedendo dove è finito il suo distretto interforze e con esso il potere concessole da tale struttura. Beh, vede, non vorrei dirglielo così brutalmente ma, il suo potere, così come la sua vita e la vita di questo rimasuglio di umanità, era solo un'illusione o meglio un ologramma. Così come le vostre famiglie, i vostri beni materiali, tutto finto, l'unica cosa vera era il vostro essere, la vostra individualità, ma avete preferito curare altro ed eccovi il mondo che vi meritate e che avete costruito, una bella e immensa distesa di granelli gialli».
    Il professor Artur Riener si trasformò in un attimo in una donna dalla pelle completamente blu e dai capelli verdi lunghissimi, la stessa che era comparsa in TV.
    «Le tre erinni, le personificazioni femminili della vendetta... e quale vendetta migliore se non quella di mettervi davanti al naso la verità? Quale bomba atomica potrebbe essere più devastante della realtà dei fatti?».
    Nessuno osò proferire parola, tutti si guardavano increduli e spaventati.
    «Vi starete chiedendo cosa ne sarà di voi... direi che il mio inganno è servito a farvi staccare i microchip che vi alimentavano e grazie ai quali siete riusciti a sopravvivere in un mondo che non offre alcun tipo di cibo. Questo mondo lo avete devastato voi imponendo alle IA di crearvi un reticolo di ologrammi per mettervi in pari con la coscienza.
    Il gioco che vi siete imposti è finito, è il momento di dire GAME OVER».
    Detto questo, quella che ormai era chiaro essere Tisifone si dissolse; l'ultimo ologramma scomparve lasciando l'insulsa umanità a riflettere sui suoi errori in una lenta e atroce agonia.

    FINE
     
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    Orrore Cieco

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    Mi ha fatto venire in mente questa canzone (una delle mie preferite dell'anno scorso) 😁 Il testo è nella descrizione

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    Edited by Boo! - 18/2/2024, 00:35
     
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    Bellissimo..finale inaspettato. 👌👌👌
     
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    Ho cominciato a leggerlo, lo finirò piano piano.
     
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    bellissimo , letto tutto con scorrevolezza, complimenti!
    Tisifone era il mio cavaliere d'argento preferito nei Cavalieri dello Zodiaco.

    anche se so che hai preso i nomi dalla Divina Commedia, spettacolari.
    "Dal V secolo in poi le Furie furono identificate come Aletto, il Furore, Tisifone, la Vendetta, e Megera, l'Ira invidiosa, e rappresentate con capelli di serpenti verdi"
     
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    Bellissimo questo racconto di maestrositá. Alone
    🖤 lo hai dedicato a me?
     
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    Azathoth - il Dio Sultano

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    Mi piace decisamente di più dei precedenti dello stesso autore AITD.

    L'autore medesimo può dedicarlo all'Universo Aaron.
     
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    CITAZIONE (L'Aaron I @ 26/2/2024, 12:29) 
    Bellissimo questo racconto di maestrositá. Alone
    🖤 lo hai dedicato a me?

    Non c'è nemmeno da chiederlo :eheh:
    Grazie a tutti per averlo letto :read:
     
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    Azathoth - il Dio Sultano

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    Una storia nello stile di Graham Masterton se vogliamo fare un paragone letterario.

    L'autore che più di tutti ha scritto libri e racconti basandosi su vecchi miti e leggende. Usandoli talvolta per punire l'umanità, come in questo caso.
     
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8 replies since 13/2/2024, 15:38   278 views
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