Spaventapasseri vivente
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Quando arrivi a casa, chiama.
È l'ultima cosa che gli ha detto. Se lo avesse saputo non lo avrebbe lasciato andare. No, lo avrebbe abbracciato, baciato, stretto a sé. E la porta in fondo all'entrata sarebbe rimasta chiusa.
Ora piange sul divano, testa bassa tra le mani, il muco che le cola dal naso.
Quando arrivi a casa, chiama.
Lo bisbiglia, lo ripete. Non ha pace. È tutta colpa sua. Lo ha lasciato andare.
«Signora, sono il detective Liam Morton. Devo farle alcune domande.»
Lei non alza la testa. Non l'ha nemmeno sentito. È persa nel suo dolore, nelle sue colpe.
«Signora...»
Lei alza sguardo, gli occhi cerchiati e arrossati dal pianto. Si asciuga il muco con un fazzoletto di lino. «Sì?»
«Mi spiace importunarla in un momento come questo, ma ho bisogno di sapere dov'era tra le undici di ieri sera e le tre del mattino.»
La donna serra gli occhi. Il suo viso si accende, arde di rabbia. «Cosa vuole insinuare? Che sia stata io a ucciderlo?!»
Il detective Morton si acciglia con fare comprensivo. Capisce la sua reazione. Un po' esagerata e sopra le righe, ma lo capisce. Ognuno reagisce diversamente. «Sono domande di routine, signora Perry. È la prassi.»
La donna abbassa lo sguardo un po' imbarazzata. Ha sbagliato a reagire d'impulso. «Ero... ero a casa. Sono rimasta qui tutta la notte.»
«Qualcuno può confermarlo?«»
Lei scuote la testa.
«Qual'era il suo rapporto con il signor Blacksmith?» chiede Morton.
La signora Perry abbassa gli occhi e giocherella con le dita, si morde il labbro. «Bè, io... diciamo che ci stavamo frequentando da un po'»
Morton si acciglia. Mente, pensa. Sta nascondendo qualcosa. E poi le lacrime parlano da sole. Conosceva molto bene la vittima, forse anche intimamente. «Quindi vi conoscevate da poco?»
«No... Ehm... Sì, diciamo di sì, da poco.»
«È sicura?»
Lei lo guarda per un istante, prima di riabbassare lo sguardo.
Sì, sta decisamente nascondendo qualcosa, pensa il detective Morton. Lui le siede accanto. «Signora Perry, scusi la mia franchezza, ma ho l'impressione che lei conoscesse molto bene il signor Blacksmith, dico bene?»
La donna si pietrifica per un istante, poi i suoi occhi si spalancano come le porte dell'inferno. «Cosa vuole insinuare? Che sono una poco di buono!? Vada via! Esca subito da casa mia! Esca!»
Ho colto nel segno, pensa il detective Morton. Si alza, saluta la signora Perry abbassando leggermente la fodera del cappello a tesa larga e si avvia verso l'uscita.
Una volta fuori dal bungalow, la sua collega Elvira Mckenzie saluta la vicina anziana che stava interrogando e lo raggiunge. «Indovina un po'? Pare che la signora Cristal abbia visto più volte la Plymouth rossa del signor Blacksmith parcheggiata sul vialetto della signora Perry. Ieri sera era qui. L'auto è andata via attorno alla mezzanotte.»
«Sicura che la signora Cristal sappia distinguere i modelli delle vetture?» chiede Morton.
Il detective Mckenzie lo guarda torvo.
Lui coglie la sottile risposta e sorride.
«Che hai da sorridere?» domanda Elvira con tono inacidito.
Il detective Morton fa spallucce. «Niente, mi piace farti incazzare.»
Lei lo spinge e lui scoppia a ridere mentre si dirigono di nuovo dalla signora Perry.
Sarà una lunga giornata.
PS: Finalmente gli fa aprire di nuovo una nuova discussione, visto che gli diceva che non aveva il permesso per aprirla oppure che non aveva requisiti per visitare la sezione e gli toccava postare su chiacchiere di tutti i giorni.
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