Recensione: La Maschera del Demonio

Il Fauno

Posted on 24/8/2008, 17:21

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Recensione

Il Dottor Chomas ed il suo aiutante Gorobek, devono andare a Mosca per prendere parte ad un importante congresso medico. Mentre attraversano un bosco spaventoso che dovrebbe far guadagnare tempo ai due viaggiatori, essi si fermano ad osservare una vecchia cappella semidistrutta ed al suo interno trovano un sarcofago antichissimo che contiene il corpo mummificato di una strega giustiziata come eretica un secolo prima. Attaccato da un pipistrello, il professor Chomas rompe la teca di vetro che copre il volto della strega, ferendosi la mano e facendo scivolare sul viso di quest'ultima alcune gocce di sangue, che, involontariamente ne risvegliano il suo spirito vendicativo. Piena di rabbia e bramosa di vendetta, la strega, cercherà la sua pronipote per poter rinascere in lei. In poche parole questo è il capolavoro dell'horror gotico mondiale, un film italiano incredibilmente dimenticato in patria, il manifesto della poetica del grande Mario Bava. Questa opera immortale ha segnato definitivamente l'orrore gotico, definendo una volta e per sempre i canoni di un genere amato ancora oggi, e che così non sarebbe senza la lezione di Bava. Tim Burton lo riconosce come il suo unico maestro, e del resto basta guardare Sleepy Hollow dopo aver visto La Maschera e I Tre Volti della Paura, per accorgersi delle tantissime scene che Burton ha copiato a Bava per realizzare il suo capolavoro; Barbara Steele, la sua icona, deve a Bava il ruolo di regina dell'horror degli Anni'60, che ne scoprì la bravura e le urla agghiaccianti; l'Italia gli deve tutto, non solo l'aver dato al cinema nostrano il dominio di questo genere spesso disprezzato, per diversi anni, ma anche l'aver dato il via alla rivoluzione dei costumi in una società soffocata dalla Chiesa e dalla falsa morale cattolica. La Maschera è un film femminile, dall'erotismo intenso ma non invadente, elegante ed appena accennato; Barbara Steele fu la prima iconica erotica "moderna" del cinema italiano, una donna protagonista del film e pienamente cosciente del suo ruolo predominante, ambigua e duplice come il doppio personaggio della Steele. Bava fu un genio morto nell'indifferenza criminale dell'ignoranza italiana, osannato dagli americani per la sua eclettica fantasia, liquidato da noi come regista di b-movie. Amante dei teatri di posa, vi ha realizzato tutti i suoi film migliori, poichè negli spazi chiusi egli aveva maggior controllo dei dettagli; con poche lire e budget ridotti a niente Bava stupisce tutt'ora per i suoi effetti speciali "casalinghi" ma efficaci (immortale la scena iniziale del supplizio di Asa) e per la sua inesauribile capacità di produrre arte partendo dal nulla. Indimenticabile.

Edited by HarryBosch - 5/6/2015, 11:26