Votes taken by deathcross

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    CITAZIONE (- Harry - @ 3/11/2019, 18:18) 
    A presto
    Ho aspettato il verdetto per concludere assieme a voi l'evento del contest,
    purtroppo per me si è delineato un brutto periodo all'orizzonte e mi assenterò dal forum e piattaforme associate per qualche tempo.
    Quindi un saluto, ed arrivederci a presto :Bye:

    Spero che questo brutto periodo si risolva il prima possibile. Fino ad allora, ti auguro buona fortuna. A (spero) presto!
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    CITAZIONE (Lisi91 @ 13/10/2019, 22:40) 
    CITAZIONE (deathcross @ 13/10/2019, 19:21) 
    Di solito le possessioni non sono possessioni.

    O mamma che casino... :risata: Ma in che senso?

    Nel senso che a me le possessioni in senso cattolico sanno tanto di strunzata.
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    Io "Antichrist" lo definirei Opera d'Arte provocatoria, però son punti di vista.
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    CITAZIONE (- Harry - @ 1/10/2019, 00:22) 
    Storie di Fantasmi Cinesi

    Un film decisamente particolare, che mi ha affascinato molto. E' un insieme di generi in realta' non soltanto horror, di cui ho apprezzato le sfumature romantiche, l'ironia delirante dei personaggi e le interessanti sequenze di azione.
    Bellissima anche la resa delle location e le atmosfere orientali, il tutto accompagnato da musiche molto evocative.

    "Sien lui yau wan" è davvero un gran bel bizzarro Film: anche i sequel ci stanno. Mi manca il remake recente invece.
  5. .

    Film del 2002 scritto e diretto da Don Coscarelli, interpretato da Bruce Campbell e tratto da un racconto di Lansdale (di cui purtroppo non ho letto nulla).
    Mi aspettavo qualcosa di diverso, ma non sono rimasto deluso. Il Film è in sintonia con la Poetica dell'Autore di "Phantasm": Gusto Grottesco e Indipendente, le riflessioni sull'attesa della Morte e sui rimpianti della Vita, oltre che sull'Identità e il mescolamento tra Vero e Falso. Finale dolce-amaro per un'Opera che merita di essere rivista, per risolvere qualche eventuale dubbio ma soprattutto per ri-godere della Visione.

  6. .
    Casualmente, anche io e un mio amico in questi giorni pensavamo di guardarci "Bubba Ho-Tep" (Titolo che volevo recuperare da anni, 5 minimo), e infatti poi oggi pomeriggio l'abbiamo visto.
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    Sposto (o, meglio, copio) qua il commento breve che pubblicai in "Ultimo film horror visto".

    CITAZIONE (deathcross @ 6/3/2019, 01:38) 

    "The House That Jack Built"
    [La casa di Jack]
    di Lars von Trier

    Ultima fatica di Lars von Trier. Premessa: non è così sconvolgente come promettevano le varie polemiche (svenimenti a Cannes, versioni "alleggerite"), ma personalmente ero sicuro di un'esagerazione mediatica in questo senso.
    Venendo al Film, non saprei dire con chiarezza se l'ho adorato oppure se mi ha deluso, ma spesso Dubbi di questo tipo mi fanno piacere, e il discorso vale anche qui. Un'Opera evidentemente molto personale, pregna di contraddizioni e di Disagio, e sorretto da alcune Visioni innegabilmente artistiche, soprattutto nell'Epilogo, pittorico.
    Da rivedere.

    [☆☆☆☆½]

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    Eccoli qua.
    CITAZIONE (deathcross @ 26/4/2018, 18:21) 


    Film profondamente artistico e ricco di Spunti per Riflessioni e Dubbi, straordinariamente enfatizzati mediante l'uso del Mito vampiresco.
    Per evitare banalizzazioni, mi limito ora a buttar giù qualche appunto, qualche osservazione da me ritenuta particolarmente significativa.

    ·La Fotografia, anche nella digitalità, riesce a sprigionare Personalità da ogni singola Inquadratura, nei Movimenti di Macchina, nelle Illuminazioni, nei Colori e così via. Grazie anche alle straordinarie Musiche, molto sperimentali e per certi versi ipnotiche, e grazie anche a certi tocchi visivi interessanti e gustosi (come rallenty e sovrapposizioni) si entra nella Visione profondamente decadente, disillusa, melanconica che la Coppia vampiresca protagonista ha del Mondo e della Storia, soprattutto sulla contemporaneità. Gli Umani non sono più (tanto) delle prede da cacciare, perché è molto più sicuro prelevare il Sangue dagli ospedali a causa delle numerose contaminazioni: le persone sono degli Zombie ('titolo' forse troppo esplicitato, ma forse anche no), parte di una massa priva di individualità, sempre alla ricerca del successo e di miti da imitare, impantanata in un materialismo difficile da comprendere per chi ha visto secoli di azioni tanto eclatanti quanto inutili. Ma anche chi ha vissuto secoli, come Ava, la sorella di Eve, riesce a farsi trascinare tanto dalla mondanità più superficiale quanto dalla dipendenza dai propri istinti. Ma da un'altra prospettiva la leggerezza della 'giovane' (esteriormente) Vampira potrebbe essere vista come sintomo di una Spontaneità e di una Vitalità non ancora abbattuti dal passare inesorabile dei tempi, mentre l'approccio melanconico e decadente di Eve e soprattutto di Adam (tra l'altro i Nomi sono significativi: anche qua forse troppo espliciti, ma forse anche no) può davvero essere indice di un atteggiamento snob, di un senso di superiorità arrogante e ipocrita, e l'Epilogo per certi versi potrebbe provare questa riflessione (che, ovviamente, va astratta dall'esperienza cinematografica in sé, altrimenti diventa banale teoria da nerd, e il Film non merita questa auto-stagnazione).
    ·Solo l'Arte, e in particolare la Musica (ma anche la Letteratura, come si vede nel Personaggio di Marlowe, di cui si appoggia la teoria 'shakespeariana'), viene vista come qualcosa di autenticamente immortale e profonda, e così gli e le Artisti riescono ad entrare, assieme a certi Scienziati, nel 'pantheon' di Adam, che pure è musicista. Forse i Vampiri e le Vampire condividono con chi fa Arte e/o sperimenta certe teorie scientifiche una condizione di estremo Isolamento, la Solitudine esistenziale di chi non corre dietro ai dogmi di popolarità delle masse ma segue le proprie Inquietudini interiori. Una Solitudine che parte dall'interno, con l'incapacità di adattarsi ad un Mondo che non ci appartiene ma che sentiamo volerci possedere a tutti i costi, e che poi viene esasperata dall'esterno, dalla Paura che la società verso ogni Individuo o altro Elemento che disturba l'illusione di felicità venduta nel senso di appartenenza.

  9. .

    "Innocent Blood"
    [Amore all'ultimo morso]
    di John Landis
    ☆☆☆☆½


    Titolo italiano come (quasi?) sempre imbecille, comunque "Innocent Blood" è una Black Gangster Comedy Horror squisitamente landisiana, che su carta potrebbe sembrare una sorta di auto-omaggio ad "An American Werewolf in London" ma in realtà, pur avendo molti punti in comune con il Classico dell''81 (ma questo è positivo: è indice di una coerenza Poetica), poi il Regista dimostra di voler sperimentare qualcosa di diverso. Per certi versi anticipa "Gokudô daisenso" di Takashi Miike, anche se poi il nuovo Maestro giapponese prenderà pure lui strade diverse e personali.

  10. .
    CITAZIONE (Enrico D' @ 27/10/2018, 23:21) 
    CITAZIONE (deathcross @ 28/10/2018, 00:18) 
    Il Minotauro è una Figura assai poco usata nel Cinema, stando almeno alle mie conoscenze: questo titolo quindi mi ispira.

    ATTENZIONE! Non pensare che ci sia il Minotauro, c'è solo la sua statua.

    Va beh, già solo il fatto che lo citi è comunque un punto in più. In ogni caso, la curiosità per il film è stata catturata, e quindi ti ringrazio per la segnalazione. :B):
  11. .
    ¡Hola! Visto che ho risposto ad un topic, ho pensato di mandare un saluto anche qua: non so se e per quanto tornerò qua dentro, e comunque non credo che la mia frequenza qui sarà assidua come qualche anno fa, però comunque mi fa sempre piacere passare a sbirciare. :B):
  12. .
    Approfitto del topic per inserire la mia opinione redatta in seguito alla visione di stanotte (era la seconda visione, a distanza di un bel po' di anni dalla prima): nel caso dovesse risultare troppo lunga, sposterò tutto in una discussione "Recensione" apposita.
    ATTENZIONE: Potrebbero essere presenti degli SPOILER!

    Cronenberg abbandona la sperimentalità grezza e dal sapore 'autoprodotto' (ma terribilmente affascinante) di "Shivers" e "Rabid" (per non parlare degli Esordi coi Corti e i Mediometraggi) per conferire al suo Stile una dignità più marcatamente 'professionale'. Approfitta della parentesi commerciale di "Fast Company" per destreggiarsi, allenarsi con questa professionalità (imbarcando il direttore della fotografia Mark Irwin, che gli resterà fedele fino a "The Fly"), ma subito la piega alle sue Esigenze Artistiche e Poetiche. Esigenze che si legano anche a questioni autobiografiche, in particolare alla tormentata conclusione del suo primo matrimonio con relativi problemi riguardanti l'affidamento della figlia. Il Regista, però, non si limita a 'metaforizzare' le proprie faccende ma, attraverso la loro problematizzazione sotto forma di Opera Cinematografica e mediante il filtro dell'Horror fantascientifico, Cronenberg prosegue la sua incessante Indagine nella Carne del Rapporto tra Corpo e Mente, maturando con esse il Gusto estetico (e filosofico-psicologico) per le Mutazioni. La Sessualità non si connota tanto in senso Erotico (come accadeva nelle Opere precedenti), ma viene osservata all'interno delle relazioni famigliari e, in particolare, nei confronti/scontri tra genitori e figlie. La Psicoanalisi, la Psichiatria, già presenti in tutta la Filmografia 'esordiente' dell'Autore, entra qua prepotentemente in scena, ma la figura dello Psichiatra Raglan (un sempre gigantesco Oliver Reed) resta, in sostanza, un 'mad doctor', e il suo modo di affrontare le Turbe psichiche dei e delle pazienti si sporca deliberatamente con la Fisicità, con la Corporeità: si parte con l'Interpretazione attoriale delle figure con le quali la persona in cura si sente/è in conflitto per arrivare a dare concretezza al Rancore nella Carne e nella Pelle, culminando con le Nascite senza parto (e senza concepimento) delle minute e deformi Creature che, telepaticamente (e si sentono echi di "Stereo"), recepiscono la Rabbia della Madre. La simulazione della Lotta interiore tra Paziente e Figure viste (a torto o a ragione) come cause del proprio Disagio esplode dai confini teatrali (non a caso il Film si apre su una sorta di palcoscenico, con un'esibizione pubblica del metodo di cura di Raglan) della finzione terapeutica per sfogarsi fisicamente con i presunti "nemici" della propria Felicità. La Scienza, vista sempre con ambivalenza dal Regista (il Fascino si mescola con l'Inquietudine per le manie di potere) perde il Controllo che mira, anzi pretende di avere sui propri esperimenti, sui propri trattamenti: le conseguenze sono imprevedibili e spaventose. Il Tema del Controllo, tra l'altro, è un'altra delle Cifre principali della Poetica Cronenberghiana, in particolare quando si parla dei tentativi di Controllo dei Corpi e delle Menti, altrui ma anche proprie.
    Intanto mi fermo qua: come sempre, si possono trovare altri spunti di riflessione, o approfondire quelli già trattati seguendo altri punti di vista, partendo dall'analisi precisa delle singole Scene.
    Comunque "The Brood", completando (come indicava Nocturno) un'ideale Trilogia sul 'Morbo' iniziata con "Shivers", pone le basi 'professionali' dello Stile e della Poetica Cronenberghiana, in particolare per il Periodo della 'Nuova Carne' (fino agli anni '80, per intenderci, con già diverse incursioni 'non Horror', più la parentesi di fine millennio con "eXistenZ", che sa praticamente come un Epitaffio). Fondamentale è l'inizio della Collaborazione con Howard Shore, le cui Colonne Sonore rafforzaranno sempre gli Intenti e le Atmosfere ricercate dal Regista, sia nella Singolarità di ogni Film sia in relazione alla Globalità della sua Filmografia (e il discorso vale anche per la carriera di Shore, anch'essa fortemente segnata dall'Influenza Cronenberghiana).

  13. .

    terror-train-poster

    Titolo: Terror Train
    Regia: Roger Spottiswoode
    Paese di produzione: Canada, USA
    Anno: 1980
    Cast: Ben Johnson, Jamie Lee Curtis, Hart Bochner, David Copperfield, Derek MacKinnon, Sandee Currie, Timothy Webber, Anthony Sherwood, Howard Busgang

    Trama


    Un killer mascherato prende di mira sei studenti responsabili di uno scherzo finito male tre anni prima, durante una festa in costume a bordo di un treno in occasione della festa di capodanno.

    Trailer




    Recensione

    ¡Attenzione: Spoilerini allo stato brado!


    Inizialmente mi dava l'impressione di essere uno slasherino nella media, col solito killer telefonatissimo in cerca di vendetta.
    Ho iniziato a mettere seriamente in discussione questa tesi col primo omicidio: nella sua rapidità estrema di esecuzione (con colpo mortale fuori campo, come accadrà più volte ma senza sembrare un difetto, anzi a volte manco ci si accorge della mancata visione 'in diretta' degli omicidi) mi ha provocato reazioni contrastanti (che personalmente apprezzo, forse anche più delle impressioni 'totalmente' positive), da un lato dispiacere per il mancato approfondimento del personaggio ucciso e dall'altro ammirazione per la subitaneità dell'entrata in campo della Morte.
    Procedendo il Film riesce a coinvolgere l'Individuo Spettatore sempre di più nel suo Spirito, rivelando un mix intrigante e interessante di Slasher giovanilistico post-"Halloween" e Giallo (senza polizia, quindi inevitabilmente più appassionante) su treno con tanto di immancabile whodunit. Scoprire il Colpevole sembra una passeggiata, ma personalmente mi sembrava troppo facile il gioco: l'assassino è Kenny, e quasi certamente è il Magician, che anche fisicamente non so perché pensavo potesse essere credibile (pur non essendo Copperfield lo stesso attore visto nel prologo). Sembrandomi tutto troppo facile, ho cercato di mettere in dubbio le tesi e così ho provato a prendere seriamente in considerazione ogni Sospettato e Sospettata: scartando le impossibilità (soprattutto per questioni di 'ubiquità', ma mi rendo conto ora di non aver preso in considerazione la questione 'complice'), alla fine ero giunto a confermare la prima tesi e a ritenere troppo semplice la seconda, anche senza scartarla del tutto. Non mi potevo aspettare però la Rivelazione Finale, ma col senno di poi mi son ricordato che, durante uno degli show di magia, l'assistente mi sembrava un po' androgina, e avevo preso in considerazione, ma come soluzione del trucco e non del 'giallo', che Copperfield si fosse truccato rapidamente da donna.
    A parte il gioco del whodonit, il Film ha come punti di forza un'Ambientazione claustrofobica che, seppur magari non sfruttata completamente per creare Inquietudine o Tensione, viene valorizzata sul piano Fotografico grazie ad alcune illuminazioni 'colorate' particolarmente affascinanti (penso al corridoio 'in viola'). Suggestivi anche i siparietti illusionistici di Copperfield, che riescono ad essere al contempo fini a sé stessi eppure strettamente legati allo Spirito della Pellicola. Cast ottimo, con Personaggi simpatici: spiccano sicuramente la Protagonista Alana Jamie Lee Curtis, per certi versi a metà strada tra la final girl vergine di "Halloween" e la giovane adulta di "The Fog", sempre ottima come Bersaglio Combattivo del Killer, il Conduttore Carne interpretato da Ben Johnson, che come 'Star del Passato' riesce a rendere palpabile il peso intergenerazionale del personaggio, David Copperfield riesce a catturare l'Attenzione distraendo l'Individuo Spettatore dal vero serial killer. Ma, soprattutto, è straordinario Derek McKinnon nei panni di Kenny, ovvero il Serial Killer, il quale impersona il suo Personaggio in tutti i travestimenti dando spessore e credibilità al camaleontismo del Personaggio.
    Sicuramente non è un Capolavoro del Genere, anche perché non apre molto le porte a particolari Riflessioni (anche se il Tema del Bullismo è costruito con intelligenza, e alla fine il Killer riesce a intenerire, ma al contempo si riesce a provare empatia anche per le Vittime), ma sicuramente merita lo Status di piccolo Cult Slasher che comunque ha guadagnato (anche se di nicchia). Buona cosa la mancata serializzazione: rafforza l'Unicità di questo Film (che, tra l'altro, pare pure irremakeizzabile, visto che un progetto di remake si è trasformato in qualcos'altro).



    Edited by EdTodesking - 27/2/2018, 23:25
  14. .
    "The Babadook" di Jennifer Kent → ☆☆☆☆☆
  15. .
    CITAZIONE (HarryHorror @ 1/10/2017, 14:56) 
    Non lo sapevo del sequel :o.o:

    Non è niente di che: il tipico sequel semi-fotocopia con ritorno di personaggi, creature e ambienti, il tutto tecnicamente anche "corretto" ma stilisticamente parlando alquanto anonimo e dimenticabile... Anzi, si decide di abbandonare il clima tutto femminile del Film precedente, rendendo ancora più anonimo il tutto... Non un film brutto, ma decisamente niente di memorabile. A parer mio, il Finale del Film di Marshall può essere interpretato benissimo senza pensare al sequel.

194 replies since 27/7/2013
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