Delirio Ad Halloween

Halloween Contest 2019

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  1. - Harry -
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    DELIRIO AD HALLOWEEN

    « Le cazzo di zucche!» disse Pier urlando « ...le cazzo di zucche stanno saltando come rospi!»
    Luisa, che lo stava attendendo sul letto ancora intontita dal sonno, rimase per un attimo sconcertata.
    « Che vuoi dire tesoro? Quei rumori di prima erano rospi...zucche?...?»
    Ora si accorse dell'espressione delirante di Pier che la prese fra le spalle e inizio a scuoterla
    «Luisa le cazzo di Zucche...stanno...sono, sono vive e saltano, come imbestialite! Nel nostro orto!».
    Lei lo sapeva, quella casa isolata nella campagna era una pessima idea, si era illusa della pace, e dei sapori dell'orto, e ora suo marito stava dando di matto.

    Giorgia
    Giorgia, la figlia più piccola della coppia, venne svegliata da un aroma putrido, che le ricordò lo sgradevole odore dei fiori recisi marci, quando sua madre si dimenticava di toglierli dal vaso.
    Accese l'abajour sul comodino e sussultò dalla sorpresa quando la luce illuminò una piccola zucca scura, dall'aspetto ripugnante e viscoso, immobile a pochi centimetri da lei.
    Con una smorfia di disgusto la afferrò tra pollice e indice.
    Era stranamente morbida, le pareva un enorme caramella gommosa marcia.
    I suoi pensieri si persero nel caos e sbarrò gli occhi quando la strana zucca prese a gridare e a stridere come un gesso sulla lavagna: la lanciò di scatto sul pavimento.
    L'ortaggio tremava e gemeva, una linfa verdognola ribollì sulla superficie, e poi, con uno scatto, sporsero due minuscole gambe grassottelle, simili a rugose radici.
    Giorgia con gli occhi fuori dalle orbite divenne pallida in volto di fronte a quello spettacolo, non si accorse che qualcosa sotto le coperte stava crescendo.
    Fu un attimo, vide la piccola zucca saltellare su quelle strane gambe ed emettere un verso simile a una ghignante risata, poi si voltò, alzò le coperte, e si accorse di essere finita quasi per interno nelle fauci di un enorme ortaggio, vide denti aguzzi chiudersi sulla sua testa e quando finalmente si decise ad urlare era ormai troppo tardi.

    Enzo
    In quello stesso momento Enzo, il figlio più grande, guardava un video porno dal telefono, mentre, cuffie alle orecchie, ascoltava musica rap.
    Non udì la corsa di Pier su e giù per le scale o l'enorme rutto giungere dalla camera della sorella, tanto forte da far vibrare i muri.
    Con l'angolo dell'occhio percepì però qualcosa di insolito dalla finestra, distolse lo sguardo dalla ragazza ben equipaggiata ed osserverò attraverso il vetro: la luce della luna brillava quiete nella notte, niente di allarmante o anomalo.
    Stava per ritornare al video, quando qualcosa saltellò davanti alla falce lunare oscurandone la luce.
    Si tolse le cuffie alzandosi dal letto, e si diresse alla finestra cercando di capire cos'aveva visto: un pipistrello? Un gatto?
    Toc Toc!
    Qualcuno bussava alla porta.
    «Dannazione, mamma! A quest'ora si dorme!» disse accorgendosi all'ultimo di non aver finto un tono assonnato.
    Accese la luca della stanza, ed aprì l'uscio.
    Una folata di aria marcia lo investì completamente, rizzandogli i capelli sulla testa.
    Trattenne un conato di vomito.
    All'inizio credette di vedere soltanto buio oltre la porta, ma dopo pochi secondi si accorse che quel buio null'altro era che era la voragine profonda di un enorme bocca le cui fauci si aprivano e chiudevano cercando di attraversare quell'apertura troppo angusta per la sua sproporzionata stazza.
    Che cosa diavolo era?
    Enzo si buttò all'indietro correndo disperato dalla parte opposta della stanza, pensava solo a fuggire, la sua stanza era al primo piano: un salto di un paio di metri lo separava dalla salvezza.
    Aprì la finestra pronto al salto, ma venne investito da una miriade di creature, non riusciva a distinguerne la forma, o meglio, non voleva distinguerne la forma! Rifiutava di crederci!
    Se le scostò di dosso con scatti energici, cacciò un urlo disperato quando sentì un dolore lancinante a un dito; mordevano! quelle maledette mordevano pure!
    Richiuse la finestra, il vetro si abbatte su una di quelle mostruose zucche spappolandola con un rumore simile a una pernacchia particolarmente acquosa.
    Ne prese a calci, una, due, tre che, ghignando sinistramente, cercavano di aggrapparsi al pantalone del pigiama...o meglio, ci provavano: saltavano sui moncherini legnosi che avevano per zampe, ma non sapendo come aggrapparsi ricadevano a terra.
    Enzo per un attimo credette di avercela fatta, ma si era scordato dell'enorme ortaggio dalla bocca marcescente oltre la porta della sua camera che, non riuscendo a raggiungerlo, srotolò una spessa lingua violacea fino a colpirlo come una frusta sulle gambe, e, quando il ragazzo cadde a terra, un orifizio simile a una cisti produsse uno schizzo di un liquido viscoso che investì la vittima intrappolandola e immobilizzandola.
    Mentre la lingua lo trascinava inesorabilmente verso quella bocca spalancata vide un paio di quelle disgustose zucche chine sul suo telefono, una sembrava incuriosita dal video, l'altra aveva ingerito una cuffietta risucchiandone il filo come uno spaghetto; a quella visione Enzo scoppiò in una fragorosa e delirante risata.

    Brick
    Il Pastore Malinois, che il suo padrone chiamava Brick, quella notte se ne stava sull'attenti nella sua cuccia, le orecchie dritte perlustravano un allarmante via vai di voci e rumori che mai aveva sentito.
    Quando udì le urla di Enzo emise un basso guaito di sorpresa, indeciso se uscire o no dalla cuccia, sbattè un paio di volte le zampe anteriori ma alla fine adagiò il muso su una zampa in un espressione quasi impensierita.
    Dall'oscurità che dava sull'ampio terreno coltivato, emerse dalla foschia una piccola forma che, a piccoli saltelli, si diresse verso il cane.
    Quando l'intruso varcò il suo territorio di competenza Brick si decise ad agire, balzò dalla cuccia con passo felpato e, con andatura lenta e circospetta, annusò la creaturina quasi toccandola col muso.
    La piccola zucca si fermò, ghignò e prese a gonfiarsi emettendo un fischio come di un palloncino bucato, il pastore scattò all'indietro sulle zampe anteriori e prese ad abbaiare e ringhiare più forte che potè; quando l'ortaggio raggiunse il mezzo metro di grandezza Brick passò all'attacco.
    Corse con la coda rigida e il pelo ritto sulla schiena, azzannò la creatura con un possente morso, un fluido verde e grumi di materia vegetale si sparpagliarono a terra, la zucca emise un gemito acuto di dolore, ma il cane non si placò affondò il muso dentro la ferita dilaniando e strappando fino a quando l'ortaggio assomigliò ad una mela marcia morsicata per metà.
    Dallo squarcio aperto, un grumo giallognolo denso di semi eruttò come un brufolo maturo perpetrando nelle fauci dell'animale ancora all'attacco, che, colto alla sprovvista dal gusto terribile di quel fluido, si placò, e ritorno nella sua cuccia.
    Rimase ad osservare i resti di quella strana creatura prosciugarsi, soddisfatto del suo lavoro, ma qualcosa dentro di lui stava cambiando, le spore di zucca appena ingoiate avevano fatto presa.

    Pier e Luisa
    No, non stava dando di matto, era tutto fottutamente reale.
    Luisa prese coscienza di ciò quando vide la camera di Giorgia: un putiferio di zucche saltellanti, ghignavano e si scontravano, materia vegetale ovunque, schizzi di fluido verde fin sopra le pareti, ma soprattutto, mancava sua figlia.
    «Presto...» disse Pier afferrandole la mano tirandola a se prima che scoppiasse in lacrime «...Enzo...».
    Chiusero la porta e si diressero nella stanza del figlio più grande, fu come vedere due volte lo stesso macabro spettacolo.
    Anche del figlio alcuna traccia.
    «Saranno scappati....» disse Pier e si diressero verso l'ampia entrata della casa.
    Non potevano essere usciti, qualcosa di grosso non permetteva a nulla ne di entrare, ne di uscire.
    Una zucca grande quanto una vacca se ne stava distesa a terra davanti l'uscio di ingresso, le gambe ramose divaricate e protese verso l'alto, emetteva un verso profondo e grave a ritmi regolari, pareva come russare.
    Trattennero il respiro e si immobilizzarono, Pier a passo felpato si diresse nel cucinino e tornò con un grande coltello, si avvicinò a quell'enorme cosa e conficcò la lama con forza in quello che secondo lui poteva essere il ventre della creatura.
    Si sbagliava.
    Quella era la bocca, una bocca invisibile che si dischiuse mentre l'uomo vi affondava dentro con il braccio, perse l'equilibro e vi precipitò all'interno senza alcuna possibilità di fuga.
    In pochi secondi Pier era scomparso, Luisa ne avvertiva soltanto le grida che giungevano ovattate come dall'altra parte di uno spesso muro.
    Poi un rumore digestivo viscido, prolungato e gorgogliante, e più niente.
    La donna fu pervasa da un insolito istinto di sopravvivenza, con un passo fulmineo si diresse verso una delle finestre e la sfondò con un appendiabiti.
    Nei film era sempre così facile, ma si accorse ben preso che un bordo tagliente da attraversare è uno strumento di tortura, provò una, due volte e scavalcarlo, ma ogni volta una fitta lancinante le confermava di essersi procurata un taglio, forse fatale.
    Con le gambe e le braccia imbrattate di sangue riuscì, infine, finalmente ad attraversare la finestra: cadde sul prato.
    Cadde in pasto Brick per la precisione, che la divorò scodinzolando, un cane d'aspetto normale si direbbe, a parte due inquietanti ramificazioni lignee che sporgevano dalle orbite oculari.
     
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    Carino questo racconto halloweeniano, l'atmosfera che si crea mi fa pensare alle storie di Piccoli brividi. :pumpkirn:
     
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    molto carino, solo controlla l'ortografia
    ps: perke nessuno legge mai i miei racconti? T-T
     
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  4. - Harry -
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    Grazie ragazzi! :abbraccio: :pumpkirn:

    CITAZIONE (Austin Dove ÆÐ @ 7/10/2019, 19:55) 
    ps: perke nessuno legge mai i miei racconti? T-T

    E insomma, fino ad adesso ho soltanto voi due come seguaci lettori :rotfl2:

    Comunque primo o poi dovranno leggere anche i giudici :up:
     
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    Io l'ho letto quando lo hai pubblicato.
    Come ho letto pure il racconto di Austin
     
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    Carino, mi fa pensare ad uno di quei film a episodi tipici di Halloween :D:
     
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    Bello! Mi ricorda molto anche Martin, con i "capitoli" che seguono ognuno un personaggio

    Cosí si segue anche meglio :up:
     
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    Svanirò alla luce del mattino; non ero altro che un'invenzione dell'oscurità.

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    Ciao Harry, sei riuscito a tenere alta la tensione dall'inizio alla fine, come ogni ottimo horror dovrebbe fare. :Clap:
     
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    Tralasciando i vari errori grammaticali forse dovuti alla fretta e alla poca voglia ? di scrivere un racconto come a volersi dare per sconfitto prima di cominciare... trovo il racconto molto fluido e facile da assimilare, mi sono venuti in mente i momenti passati a leggere brividi e paura invece di fare i compiti :dufb:
     
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    Beelloo.. un classico horror Halloweeniano per cosi dire. Ho adorato la baby zucca nella stanza della figlia...e quella che si è mangiata la cuffietta XD
     
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    Molto divertente.
    Una pernacchia particolarmente acquosa, il rumore di un palloncino e il cane che muta, che all inizio pensavo fosse un prete e poi ho capito. :risata:
    Belli i vari punti di vista e il modo di scrivere colloquiale, secondo me. Poi non ci capisco tanto.
    Bello che muoiono tutti.
     
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    Orrore da Paura

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    QUESTO è un signor racconto di Halloween
     
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    Abominio degli abissi

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    🤣 non me lo ricordavo, da 2 anni a questa parte sono peggiorato grammaticalmente in modo imbarazzante, meno male che si dovrebbe sempre migliorare. ^U^
    Grazie per il secondo commento Austin.
     
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    Orrore da Paura

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    Molto bello e interessante. Bravo!
     
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