Abominio degli abissi
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Quando si parla del maestro Stephen King, nella nostra testolina appare un intersecarsi di innumerevoli dubbi per quanto riguarda le sue opere letterarie, in particolare modo per le sue trasposizioni al grande schermo. Di capolavori ne siamo ben forniti al riguardo, ma solo i microscopici dettagli, dilaganti in ambe due le controparti, fanno la vera differenza, e ci donano una risposta pressoché ben definita.
Da ammiratore segreto dello scrittore, determinate opere sono sfuggite alla mia attenzione, quindi credo sia più consono esprimere le mie effimere opinioni su ciò che in verità ho assolutamente sfogliato.
Shining è un capolavoro indiscusso, è l'epopea più acclamata e la sua fama ha raggiunto livelli così elevati da esser sulla bocca di tutti, anche dell'ignorante, attenzione intendo colui che ignora. Ma pur splendido che sia, il film non gli rende assoluta giustizia. Lo stesso discorso equivale per It, forse dovrò ricredermi con l'imminente uscita del remake, ma ora come ora la celebre miniserie è situata in un'opposta costellazione, anzi direi galassia. Le Notti di Salem, come del resto Creepshow, sono sufficientemente accettabili, aggiungerei anche The Mist nel gruppetto dei salvabili con il rotto della cuffia e dei "promossi, ci rivediamo l'anno prossimo".
Non vorrei soffermarmi ulteriormente su ogni singolo figlio di King, e quindi scorrendo fluidamente, in lizza finale mi ritrovo a considerare due contendenti al premio: Carrie e Misery.
Le due opere più affini allo stile cartaceo, e similari sotto un'infinità di punti di vista. In tutta la mia vita, mi sono da sempre ritrovato in tale dilemma non riuscendo mai a sentenziare tra i due, è un po' come se ci dovessero chiedere: "preferisci la mamma o il papà?". Difficile a dirsi.
Con il 0.01% di vantaggio, oserei azzardatamente rispondere con Carrie. Ma qui lo dico, qui lo nego.
D.C.
Edited by DaleCooper - 10/9/2017, 11:39
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