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    東京喰種トーキョーグール
    (Tōkyō Gūru) Copertina del primo volume dell'edizione italiana, raffigurante il protagonista Ken Kaneki


    Generi: dark fantasy, horror, thriller psicologico
    Lingua orig. giapponese
    Paese Giappone
    Autore Sui Ishida
    Editore Shūeisha
    Rivista Weekly Young Jump
    Target seinen
    1ª edizione 8 settembre 2011 – 18 settembre 2014
    Tankōbon 14 (completa)
    Editore it. Edizioni BD - J-Pop
    1ª edizione it. 4 novembre 2014 – 26 ottobre 2016
    Periodicità it. bimestrale
    Volumi it. 14 (completa)



    Manga
    Tokyo Ghoul: JACK
    Autore Sui Ishida
    Editore Shūeisha
    Rivista Jump Live
    Target shōnen
    1ª edizione agosto – settembre 2013



    Serie TV anime
    Regia Shuhei Morita
    Composizione serie Chūji Mikasano
    Musiche Yutaka Yamada
    Studio Pierrot
    Reti Tokyo MX, TVA, TVQ, TVO, AT-X, BS Dlife
    1ª TV 3 luglio – 18 settembre 2014
    Episodi 12 (completa)
    Aspect ratio 16:9
    Durata ep. 24 min
    Distributore it. Dynit
    Streaming it. Popcorn TV (sottotitolata), VVVVID (sottotitolata e poi doppiata da marzo 2015)
    Episodi it. 12 (completa)




    Manga

    Tokyo Ghoul:re
    Autore Sui Ishida
    Editore Shūeisha
    Rivista Weekly Young Jump
    Target seinen
    1ª edizione 16 ottobre 2014 – in corso
    Tankōbon 10 (in corso)
    Editore it. Edizioni BD - J-Pop
    1ª edizione it. 26 ottobre 2016 – in corso
    Periodicità it. bimestrale
    Volumi it. 3 / 10 Completa al 30%



    Serie TV anime
    Tokyo Ghoul √A
    Regia Shuhei Morita
    Composizione serie Chūji Mikasano
    Musiche Yutaka Yamada
    Studio Pierrot
    Reti Tokyo MX, TVA, TVQ, TVO, AT-X, Dlife
    1ª TV 8 gennaio – 26 marzo 2015
    Episodi 12 (completa)
    Aspect ratio 16:9
    Durata ep. 24 min
    Distributore it. Dynit
    Streaming it. Popcorn TV (sottotitolata), VVVVID (sottotitolata e poi doppiata da luglio 2015)
    Episodi it. 12 (completa)



    Descrizione

    Tokyo Ghoul (東京喰種トーキョーグール Tōkyō Gūru?) è un manga scritto e disegnato da Sui Ishida, serializzato sulla rivista Weekly Young Jump della Shūeisha dal settembre 2011 al settembre 2014. La storia segue le vicende di Ken Kaneki, un giovane studente universitario in punto di morte a cui vengono trapiantati gli organi di un ghoul. Un prequel, intitolato Tokyo Ghoul: JACK, è stato serializzato sul Jump Live nel 2013, mentre un sequel dal titolo Tokyo Ghoul:re ha iniziato la serializzazione sul Weekly Young Jump il 16 ottobre 2014. Un adattamento anime, prodotto dalla Pierrot, è andato in onda in Giappone dal 3 luglio al 18 settembre 2014, seguito da una seconda stagione, dal titolo Tokyo Ghoul √A, tra l'8 gennaio e il 26 marzo 2015. Un film live action basato sulla serie è stato annunciato per l'estate 2017. In Italia Tokyo Ghoul e Tokyo Ghoul:re sono editi da J-Pop, mentre i diritti delle due serie anime sono stati acquistati dalla Dynit.

    La Trama

    A Tokyo si verificano una serie di strani e cruenti omicidi dovuti alla presenza di ghoul, mostri che vedono gli umani solo come prede e che si possono cibare unicamente della loro carne. Ken Kaneki è uno studente universitario, dedito allo studio e alla lettura, che un giorno conosce in un bar Rize, una sua affascinante coetanea: in realtà anche la ragazza è un ghoul e Ken diventerà ben presto la sua preda. Rize infatti, con un pretesto, attira Ken in un luogo isolato dove lo ferisce gravemente con dei ripetuti attacchi, ma prima di poterlo divorare, muore colpita da una serie di travi d'acciaio, che precipitano fortunatamente da un edificio in costruzione nei paraggi. Il ragazzo viene quindi portato d'urgenza in un ospedale dove il chirurgo della sua operazione, in un gesto disperato, decide di sottoporlo a un trapianto di organi, presi proprio dal corpo di Rize. Sopravvissuto all'impossibile, Ken inizia presto a capire però di essere diventato un mezzo-ghoul in una città disseminata di questi esseri, dove ciascuno di loro, per mangiare e quindi vivere, deve guadagnarsi (anche con la forza) il proprio "territorio di caccia".

    Link: Tokyo Ghoul - il film



    Edited by LeonBlack - 24/11/2019, 16:29
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    Titolo originale A Canticle for Leibowitz

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    Una carta dell'America settentrionale in Un cantico per Leibowitz. In specifico la mappa ritrae la situazione territoriale nel 3174, durante la cornice di tempo di Fiat Lux. Il territorio del Texark è indicato in giallo; L'espansione del Texark per come descritta in Fiat Lux e in San Leibowitz e il Papa del giorno dopo è indicata in arancione.

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    Autore: Walter M. Miller
    1ª ed. originale: 1959
    1ª ed. italiana: 1964
    Genere: romanzo
    Sottogenere: fantascienza post apocalittica
    Lingua originale: inglese

    Descrizione:

    Un cantico per Leibowitz (A Canticle for Leibowitz) è un romanzo di fantascienza post apocalittico scritto da Walter M. Miller e pubblicato nel 1959. Contiene riferimenti alla scienza, alla filosofia e alla religione. Si basa su tre racconti brevi ed è l'unico romanzo pubblicato da Miller nel corso della sua vita. È considerato un classico della fantascienza e ha vinto nel 1961 il Premio Hugo per il miglior romanzo.

    Ambientata in un monastero cattolico del deserto del Sud-Ovest degli Stati Uniti dopo la devastazione provocata da una guerra nucleare, la storia si espande per secoli nel corso dei quali la civiltà rinasce. I monaci dell'Ordine Albertiano di Leibowitz si incaricano di preservare ciò che rimaneva della conoscenza scientifica dell'umanità prima dell'olocausto nucleare (il "Diluvio di Fiamma") in attesa che il mondo possa nuovamente utilizzarla.

    Con questo romanzo Miller ha voluto realizzare un'opera che profetizzasse la funzione unica e insostituibile della Chiesa cattolica in un mondo che, accecato dall'orgoglio della propria scienza, ha perduto di vista i valori spirituali della tolleranza e della comprensione, e inevitabilmente è caduto nell'inferno di un conflitto atomico. Esasperate per l'orribile destino del mondo, le popolazioni si sono ribellate contro i governi e gli scienziati responsabili della catastrofe, e hanno bandito la scienza e la cultura come foriere di inevitabili lutti. E ancora una volta, come nel primo medioevo, quello storico, è compito della Chiesa, e soprattutto dei suoi ordini monastici, conservare e tramandare i frammenti della sapienza del passato in attesa che gli uomini, divenuti migliori, sappiano di nuovo interpretare, finalmente per il bene universale, la scienza che male adoperata portò al disastro. Il romanzo comincia nel XXVI secolo (600 anni dopo l'epoca dello scrittore), epoca in cui i sopravvissuti hanno conoscenze vaghe e confuse del XX e XXI secolo e di come avvenne il Diluvio di Fiamma: nella prima parte si accenna al sovrano che cominciò la guerra attaccando per primo, il Principe Name (Name sta forse per "North America").

    Il romanzo è stato ispirato dalla partecipazione dell'autore al bombardamento alleato dell'Abbazia di Montecassino durante la seconda guerra mondiale. È considerato dai critici un capolavoro per i temi filosofici ed etici che vengono trattati.

    Negli ultimi anni della sua vita, Miller lavorò al seguito di A Canticle for Leibowitz, di cui scrisse una notevole parte. Il romanzo, intitolato San Leibowitz e il Papa del giorno dopo (Saint Leibowitz and the Wild Horse Woman), fu completato da Terry Bisson e pubblicato nel 1997.

    La Trama

    Si svolge nei secoli bui, 600 anni dopo il "Diluvio di Fiamma". Nel XXVI secolo il mondo è terrorizzato da animali, mutanti e rapinatori. La conoscenza è mescolata ai miti, mentre monasteri cattolici conservano resti indecifrabili di civiltà preesistenti, in particolare della "Magna Civitas" (la civiltà europea-americana del XXI secolo). L'Ordine Albertiniano di Ricercatori e Memorizzatori di Libri, fondato da Isaac Edward Leibowitz, si è assunto il compito di salvare tutto quanto rimaneva del sapere dopo che la furia dei popoli imbarbariti si era accanita contro ogni forma di scienza e cultura, dando la colpa dell'olocausto nucleare ai sapienti e ai dotti (Periodo della Semplificazione). Nell'Abbazia del Beato Leibowitz i monaci hanno copiato ripetutamente i “Memorabilia” del passato, pur senza comprenderne il significato: per loro diagrammi, schemi e formule scientifiche sono solo simboli incomprensibili di una conoscenza che preservano fedelmente ma non possono più decifrare. Il Beato Leibowitz è considerato un grande santo ma il lettore scopre che era un fisico ebreo e i suoi documenti erano liste della spesa, biglietti della lotteria e schemi di sistemi elettrici. Ci sono pure accenni a un coinvolgimento di Leibowitz in un progetto segreto del governo americano per armamenti atomici. Frate Francis Gerard dello Utah, un giovane novizio, trova fra i documenti di Leibowitz un disegno tecnico. Ciò gli causerà moltissimi guai, soprattutto perché la causa di canonizzazione di Leibowitz è un argomento scottante, e l'abate Arkos è risentito che sia stata turbata la pace dell'Abbazia. Anni dopo, Francis è incaricato di portare il documento di Leibowitz e una sua copia a Papa Leone XXI nel Vaticano, che è a Nuova Roma, nel Missouri, poiché la Roma originale è ormai un cratere radioattivo inabitabile per millenni. Si cerca una prova che dimostri che Leibowitz si convertì al cattolicesimo, pronunziò i voti e creò l'Ordine solo dopo essere diventato certo che sua moglie fosse morta, così da poterlo canonizzare senza indugi. Francis viene ucciso nel tentativo di recuperare una copia di questo disegno, copia illuminata a cui aveva lavorato per 15 anni.

    Edited by tommy1996 - 18/3/2017, 18:23
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    Alone_in_the_Dark_5_PC


    Sviluppo Eden Games,, Hydravision Entertainment, Atari

    Pubblicazione Atari

    Ideazione Nour Polloni

    (Produttore) Serie Alone in the Dark

    Data di pubblicazione Xbox 360, PS2, Wii, Microsoft Windows, PSP
    Europa 20 giugno 2008
    Stati Uniti 24 giugno 2008
    Australia 26 giugno 2008
    PlayStation 3:
    Stati Uniti 18 novembre 2008
    Europa 21 novembre 2008
    Australia 11 dicembre 2008

    Genere Azione, Avventura dinamica
    Tema Survival horror
    Modalità di gioco Giocatore singolo

    Piattaforma PlayStation 3, PlayStation 2, Nintendo Wii, Xbox 360, PlayStation Portable, Microsoft Windows

    Motore grafico Twilight 2
    Supporto Blu-ray Disc, DVD-ROM, UMD, Nintendo optical disc

    Fascia di età BBFC: 15 (Xbox 360), 18 (PC)
    ESRB: M
    OFLC (AU): M
    OFLC (NZ): R16
    PEGI: 16 (PlayStation 2, Wii), 18 (Pc, PlayStation 3, Xbox 360), violenza, turpiloquio
    USK: 16 (PlayStation 2, Wii), 18 (Pc, Xbox 360)

    Periferiche di input Sixaxis o DualShock 3, DualShock, Gamepad, Wiimote, Tastiera, Controller Wireless

    Specifiche arcade
    Risoluzione 1120x630p (PlayStation 3)
    1040x600p (Xbox 360)

    Descrizione
    Alone in the Dark (inizialmente dotato del sottotitolo Near Death Investigation, poi eliminato) è un videogioco survival horror sviluppato da Eden Games. Il gioco, quinto capitolo della serie omonima, è uscito nel mese di giugno 2008 per PlayStation 2, PlayStation Portable, Xbox 360, Nintendo Wii e Microsoft Windows, mentre la versione Playstation 3 (con il nome di Alone in the Dark: Inferno) è stata pubblicata il 13 novembre 2008 e al suo interno ha degli episodi esclusivi aggiuntivi.

    La Trama
    A differenza degli altri episodi, che si svolgevano in sobborghi sinistri e ville spettrali, l'avventura è questa volta ambientata a New York, nell'immenso Central Park deturpato da alcune entità malefiche.

    Il protagonista Edward Carnby è ancora una volta alle prese con le creature delle tenebre, e alle sue costole si ritrova una misteriosa setta di fanatici che lo vuole morto capitanata da un certo Crowley, che vuole dominare il mondo con questo esercito di mostri. Il gioco inizia con Edward che si risveglia senza memoria in una stanza sconosciuta. Dopo aver assistito a un interrogatorio posto ad un anziano signore, Carnby viene scortato sul tetto del edificio per essere eliminato da un membro dei "Neo Alchimisti". Ma poco prima che il mercenario possa ultimare il suo dovere, una "crepa vivente" lo circonda e lo "divora" nel sottosuolo, dando a Carnby la possibilità di fuggire. Si inoltra nella tromba di un ascensore in cui sono presenti Crowley, un giovane adepto e l'anziano ostaggio visto prima. Edward assiste dal tetto dell'ascensore al discorso tra i due anziani ma all'improvviso una Crepa compare e uccide il giovane. La Crepa causa delle scosse che spezzano i cavi dell'ascensore e costringono il protagonista a saltare via per salvarsi.

    Dopo essersi calato nuovamente nella tromba dell'ascensore raggiunge un corridoio in cui incontra Anna, una giovane donna, e il suo compagno intrappolato nel suo ufficio. Carnby spegne l'incendio che blocca l'uscita e sfonda la porta con un estintore. Ma andando avanti nell'edificio il protagonista e i due sono costretti a separarsi, così Carnby si trova da solo in una stanza che inizia a sgretolarsi e a crollare. Edward scala la parete del palazzo, insieme al ritrovato compagno di Anna, che in seguito cadrà giù dal palazzo, sinché non incontra quest'ultima, che viene però in breve inghiottita da una crepa. Dopo aver continuato a scalare la parete, si inoltra nell'edificio, dove Carnby si ritrova a combattere contro Anna, tramutatasi in un Umaniz (delle persone inghiottite dalle Crepe e poi possedute da misteriose entità) che parla con Carnby, definendolo come il suo "miglior burattino". Dopo averlo sconfitto, il protagonista si inoltra ulteriormente e incontra, in un ascensore sospeso a 20 piani d'altezza, Sara Flores, una gallerista che lavora presso l'edificio.

    Carnby e Sara sono rinchiusi, e le urla della ragazza attirano degli Umaniz che fanno precipitare l'ascensore. Arrivati al piano terra, dopo essere usciti dall'ascensore, un Umaniz li attacca, ma Carnby riesce a sconfiggerlo. I due riescono così ad uscire dalla hall dell'albergo e ad arrivare al parcheggio dove incontrano Theophile Paddyington, l'anziano con il quale Carnby era tenuto in ostaggio, e che sembra conoscere molto bene quest'ultimo. Così i tre, usciti dal parcheggio, si trovano costretti fuggire in auto mentre numerose Crepe molto profonde isolano Central Park dal resto della città, ma infine, dopo un incidente stradale, riescono a rifugiarsi nel parco, dove il vecchio da un ciondolo a Carnby e dopo avergli raccomandato di recarsi al Museo di Central Park e di cercare la "stanza 943", si spara un colpo in testa. Carnby però è rimasto ferito a un braccio durante l'incidente in auto e Sara si divide in cerca di un'ambulanza. Così, il protagonista è costretto a cercare da solo un modo per curarsi e giunge presso un bagno pubblico dove sono presenti dei kit di pronto soccorso ma, mentre ci si dirige, viene attaccato da numerosi "vampiriz" (delle creature simili a pipistrelli).

    Dopo essersi curato come meglio poteva, Edward comincia a scendere giù in un crepaccio, sino a quando non raggiunge le fogne. Dentro queste Carnby riceve una telefonata da Crowley, che gli rivela il cognome. Dopodiché Carnby si addentra nelle fogne per cercare un'uscita, trovata questa, finalmente libero, si ritrova però costretto ad affrontare alcuni nemici e diverse difficoltà per raggiungere l'ambulanza in cui sono presenti Sara e li dottor Hartford. Qui Carnby, grazie al database del computer di Hartford, scopre il suo passato: Egli, Edward Carnby, era un investigatore del paranormale che operava agli inizi del Novecento, diventato famoso in seguito alla risoluzione del suicidio dell'artista Jeremy Hartwood, avvenuto nel 1923. Scompare misteriosamente all'età di trentatré anni nel 1938 mentre lavorava a un caso, e da allora non si hanno più sue tracce.

    Carnby conviene allora che deve fare ulteriore luce sul suo passato, quindi lascia il dottor Hartford e, dopo varie peripezie con Sara giunge al museo, dove è costretto ad affrontare una enorme creatura. Presso i sotterranei del museo, Carnby trova la "stanza 943", dove Carnby, scopre quello che tanti anni prima era stato il suo ufficio.

    Trailer https://m.youtube.com/watch?v=3E-yIthjcEc

    Gameplay https://m.youtube.com/watch?v=vMb0AbRaG9U
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    Sviluppatori In Utero.

    Editori Ubisoft
    (PS2, Windows)
    Bigben Interactive (DC)

    Piattaforme
    Dreamcast, PlayStation 2, PC Windows,

    Data pubblicazione

    UE 7 dicembre 2001 (PS2)

    UE 1° marzo 2002 (PC)

    UE 12 aprile 2002 (DC)

    Genere Platformer

    Tema Dark Steampunk Horror Thriller

    Modalità gioco Singolo giocatore

    Descrizione

    Evil Twin: Cyprien's Chronicles è un gioco della piattaforma sviluppato da Ubisoft e In Utero per il Dreamcast, PlayStation 2 e PC Windows.

    Il gioco prende il controllo sopra un giovane orfano chiamato Cyprien, che è preso ad un mondo da incubo e possiede la capacità di trasformare in una versione eccellente di se stesso. Il suo alter ego, Supercyp lo aiuta nel suo viaggio a Loren Darith per liberare il suo orsacchiotto, Lenny.

    La Trama

    La storia comincia con Cyprien al suo orfanotrofio che fissa alla sua riflessione di se stesso nel bagno. Il suo compagno, Dave entra nella stanza e gli dice di uscire nella stanza principale. È il compleanno di Cyprien. Altri amici, il Vince, il Joey e lo Steve di Cyprien stanno aspettandolo. Entra nella stanza, completamente apatico e depresso. Steve spiega che i genitori di Cyprien erano morto sul suoi compleanno e foglie di Cyprien la stanza. È accolto da Lenny, dal suo orsacchiotto e dall'amico immaginario. Cyprien, già irritato con la pletora di domande dei suoi amici, diventa isterico e dice a Lenny che è soltanto un giocattolo e condanna il mondo di Lenny (Undabed) ad oblio. Cyprien comincia a ridere e la stanza si scurisce, Lenny scompare e gli amici di Cyprien stanno afferrandi dai tentacoli oscuri scuri. Dopo che il havok si abbassa, Cyprien si sveglia dal suo stato unito incosciente e non può trovare Lenny. Poi è teletrasportato a Undabed ed è accolto da Wilbur, un amico di Lenny. Wilbur poi spiega che una grande onda ha spazzato tutto via e una torre massiccia (Loren Darith) è comparso ed in quella torre ha vissuto una creatura spaventosa nominata “il Master„. Il Master ha manipolato la gente di Undabed cancellando tutte le tracce del passato ed ha affidato una chiave alla gente di Demi Island, chiamata “il grande Zippete„. Lenny è andato a Demi Island ottenere quel molto chiave e quasi è potuto ottenerlo. Tuttavia, le truppe del padrone hanno arrestato Lenny prima che potrebbe mettere le mani su. Il Master ha preso il controllo di Demi Island convincendo la gente di Demi (di cui i corpi sono spaccati in due) che i loro corpi erano una volta interi ed ha portato via lo Zippete e trovato che fosse vestigie di quando il Demi dove intero.Il Master poi ha diviso lo Zippete in quattro pezzi, ciascuno sparso su 4 mondi differenti. Dipende poi da Cyprien per acquistare le 4 parti di grande Zippete e da Lenny libero.

    Trailer

    https://m.youtube.com/watch?v=kHjbJY8DPTE

    Gameplay

    https://m.youtube.com/watch?v=WqrNTqG0168

    Edited by tommy1996 - 24/11/2015, 20:37
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    Infatti non è proprio un bad ending piu che altro è good ending ammazzare proprio giudice se lo ha meritato di morire dina ora mai e diventata un l'angelo della morte mi ricordo un po la storia di un anime genere horror ma c'è ne sono ben tante comunque adoro le storie di anime e manga genere horror ho anche thriller anche splatter ho anche storie macabre :in love: :have a nice day: :)
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    Oggi è un giorno importante per i Clarks: dopo 10 mesi, la Signora Clark sta per dare alla luce a suo figlio. Tutti nella regione sanno chi è il Signor Clark dei Clarks, quel famoso e serio giudice che viveva lì.Dopo alcune ore, l’infermiera che aveva seguito il parto uscì dalla stanza con un’espressione imbarazzata sul viso e andò nell’ufficio del Signor Clark per incontrarlo.«Uhm, Signor Clark…». L’infermiera lo guardò con un’espressione scioccata.«Sì? Che cosa c’è?». Il Signor Clark guardò la donna in quello stato di agitazione, mentre stava aggrottando le sopracciglia.«Uhm… C’è una cosa che dovrebbe vedere lei stesso, Signor Clark».«Che cosa può essere di tanto difficile da spiegare che io debba andare a vedere coi miei stessi occhi? Perché non me lo dice adesso?».«Allora… Il vostro bambino sembra essere un po’ ‘speciale’».

    . . .

    I due raggiunsero la stanza dove la Signora Clark stava riposando. Lei era sdraiata nel letto, e affianco a lei c’era il bambino del Signore e della Signora Clark. Il Signor Clark colse alcuni sguardi imbarazzati dall’èquipe che aveva assistito sua moglie durante il parto. Quando si avvicinò al bambino e lo vide, istantaneamente l’espressione del Signor Clark diventò più scioccata di quella degli altri.Il loro bambino era una femmina, ma i suoi capelli erano biondi, contrariamente a quelli dei suoi genitori: il Signor Clark li aveva rossi, mentre la Signora Clark li aveva mori. Ad ogni modo, la cosa più sorprendente era che quella bambina aveva un paio di occhi terrificanti: i suoi occhi erano completamente neri; la pupilla e il bianco dell’occhio – erano di un nero puro.«Che cos’è questa mostruosa creatura?!». Urlò furiosamente il Signor Clark. Nessuno ribatté. All’improvviso, il Signor Clark afferrò la Signora Clark che stava ancora riposando.«Hai fatto confusione con altre persone, non è così? Come puoi aver dato alla luce a un mostro del genere!?».«Signor Clark, è molto debole adesso. Signor Clark, la prego…».«Come se mi importasse!». Il Signor Clark lasciò la presa e la fece ricadere nel letto.«Dite al mio avvocato di venire qui». Concluse. In questo modo, il Signor Clark si congedò uscendo dalla stanza.

    . . .

    Alcuni giorno dopo, l’avvocato del Signor Clark, Taylor, arrivò.«Signor Clark, a proposito di sua figlia… Lei è sicuramente sua figlia senza alcun dubbio: il test del DNA non si sbaglia, e ulteriori esami hanno rivelato che la vista da entrambi gli occhi è normale. I medici hanno anche detto di non aver mai visto un caso simile – i suoi bulbi oculari sono neri eppure non ha problemi di vista. Infatti, la sua vista è due volte più potente di quella di una persona normale». Taylor se ne stava in piedi davanti alla scrivania del Signor Clark, consegnandoli in mano una pila di documenti con le informazioni sulla bambina.«Che cosa vuole fare? Vuole lasciarla a un orfanotrofio?». Chiese Taylor.«No, questo potrebbe intaccare l’immagine che le persone hanno di me… In questo caso, non la lascerò andare a scuola. Recluterò degli insegnanti privati che la istruiscano. Non voglio che nessuno la veda. Oh, bisogna dire agli infermieri che hanno assistito al parto di non farsi sfuggire una parola con nessuno. Questo è davvero un grosso problema per la nostra famiglia». Clark richiuse il suo libro e guardò Taylor.«Se succede qualche incidente, finiscila. Lei è un fallimento, dopotutto…».

    . . .

    Anni dopo, Dina Angela, la ragazza straordinaria, aveva 13 anni. Non le piaceva parlare, forse perché era stata sempre segregata nella magione da quando aveva memoria, per volere di suo padre, e a causa di questo era diventata asociale. Dina sapeva che suo padre era un giudice famoso e che faceva le cose in modo giusto, sempre guardando le cose da un punto di vista neutrale. Ad ogni modo, lui mirava sempre alla perfezione per tutte le cose e questo era il motivo principale per cui aveva un pessimo rapporto con Dina. Pur sapendo che sua madre e suo padre non erano stati bene nel periodo prima che lei nascesse, nessuno poteva cambiare le cose: entrambi avevano deciso il loro matrimonio a quei tempi.Dina non aveva mai messo piede fuori di lì a causa dei suoi occhi. Lei aveva cominciato a tenere uno specchio e guardare i suoi occhi: erano di un nero puro, ma guardando più attentamente, lei poteva vedere delle piccole scintille, come fossero una piccola galassia. Spesso, rimaneva affascinata di guardare i suoi stessi occhi. I suoi capelli biondi erano corti e in disordine, anche se lei li spazzolava spesso, soprattutto quando suo padre si trovava in giro; anche se di solito era sua madre a spazzolarli.Per la Signora Clark, non era mai stato un peso l’aspetto di Dina; lei era sempre dalla parte di sua figlia, pensando sempre e solo a lei. Ovviamente, lei sapeva come la pensava suo marito (che non apprezzava Dina per quello che era).Dina non aveva nessun amico. Suo padre l’aveva tenuta segregata per tutta la sua vita, e anche se la casa era un posto veramente enorme, si sentiva lo stesso molto sola. Spesso, aveva pensato di farsi degli amici o un ragazzo, ma sembrava impossibile in quella situazione. Allo stato attuale delle cose, l’unica persona che la sosteneva, era sua madre, la Signora Clark, che adorava sua figlia. Dina pensava a queste cose mentre guardava dalla finestra i bambini giocare lì attorno.D’un tratto, qualcuno bussò alla porta della stanza di Dina.«Sto entrando». La Signora Clark entrò e disse, «Dina, più tardi andrò al centro commerciale. Vuoi che ti compra qualcosa?». Chiese, guardandola.«No, grazie.».«Ma tesoro, ultimamente non stai mangiando niente e sembri più magra del solito… Ti comprerò qualcosa di buono da mangiare più tardi». La Signora Clark lasciò la stanza prima che Dina potesse fermarla.«Ti ho detto che non voglio niente- Sigh…».Nonostante avesse detto di no, Dina voleva davvero provare qualcosa che venisse dall’esterno: i vestiti, il cibo e tutte queste cose non avevano molta importanza per lei. O almeno, non in quel momento. Lei voleva provare qualcosa dal mondo là fuori, ma no… E Dina sapeva bene, lo sapeva sin dal momento in cui era nata: era stata assunta una cameriera dalla sua famiglia, il suo nome era Maisha e il suo compito era di prendersi cura di Dina. Ma il vero lavoro di quella donna, a dire il vero, era di essere la guardia del corpo del Signor Clark. Aveva pagato fior di quattrini per assumere quella donna, che tra l’alto aveva un sacco di precedenti penali, e le sue mansioni principali erano di impedire a Dina di causare problemi e allo stesso tempo, di proteggere il padrone di casa. Arrivata a pensare fino a questo punto, Dina ridacchiò e pensò: «Se potessi, vorrei ucciderlo».Fra pochi giorni sarebbe stato Natale, ma Dina non era molto entusiasta della cosa, dal momento che trascorreva il Natale come un giorno normale; per lei, non era importante che fosse celebrato o no. Fortunatamente, ogni volta che c’era il suo compleanno, la Signora Clark le preparava una piccola torta per festeggiarlo con lei; se non avesse fatto ciò, Dina avrebbe dimenticato persino quanti anni avesse.«Dal momento che oggi la balia non c’è, facciamo quello che faccio di solito». Pensò Dina. Si alzò dal letto, uscì dalla stanza e cominciò a vagabondare in giro per la casa. Anche se il Signor Clark l’aveva segregata in casa, non aveva mai detto nulla circa il fatto che lei andasse a farsi una passeggiata attorno casa. La cosa buona era che la casa era enorme, e che la loro famiglia era una delle più ricche della regione, ma Dina non era compiaciuta di ciò. Inoltre, Dina era assolutamente disgustata dalle persone arroganti che si preoccupavano del proprio orgoglio.Dina visitava spesso la stanza delle collezioni del Signor Clark, e lo faceva anche se le era stato proibito. Dina entrò e si nascose lì dentro. In quella stanza, trascorreva un sacco di tempo, perché lì c’era qualcosa che i suoi occhi avevano puntato – una spada di un bianco candido. La spada era sotto una teca di vetro e isolata dalle altre collezioni, come fosse qualcosa di veramente speciale. Ogni volta che Dina si avvicinava a quella spada, si creava una silenziosa risonanza e la spada brillava sempre di quel colore bianco argenteo. Dina sarebbe stata capace di rimanere per ore a fissare quella spada. Secondo sua madre e secondo la leggenda, originariamente quella spada era appartenuta a un angelo; ma durante una guerra, la spada dell’angelo cadde accidentalmente nel mondo umano e non fu mai più da lui ritrovata. Tuttavia, da allora, gli umani del mondo l’hanno usata per le più disparate ragioni; venne usata per uccidere, per proteggere, per qualche beneficio personale, ecc. Così la spada fu tramandata per molti, molti anni. Secondo alcuni voci su quella spada, si dice che chi riesca a costruire un buon rapporto con essa, sarà il suo padrone per l’eternità.«Una spada così meravigliosa … Se solo fossi mia». Gli occhi neri di Dina si riflettevano sulla lustra superficie della spada. Lei appoggiò le mani contro il vetro della teca ed ebbe come la sensazione di sentirsi attratta verso l’interno.All’improvviso sentì un rumore di passi avvicinarsi, così si nascose. La porta si aprì e qualcuno entrò – era Maisha che stava facendo la solita ronda quotidiana. Era ovvio che stesse cercando Dina, da quando lei aveva lasciato la sua camera senza il suo permesso. Per aver costretto Dina a limitare i suoi spostamenti, aveva iniziato a guardare la cameriera con uno sguardo carico di odio. Dina uscì allo scoperto dal suo nascondiglio quando Maisha lasciò la stanza.

    . . .

    In serata, la Signora Clark tornò a casa con un sacco di cose che aveva comprato ai grandi magazzini, molti dei quali erano solo rifornimenti quotidiani. Sfortunatamente, incrociò il Signor Clark, che non si presentava tanto spesso alla porta d’ingresso, ma questa volta era lì.«Che cosa hai comprato?». Disse il Signor Clark, quando afferrò il braccio della Signora Clark dopo averle rivolto quella domanda e facendo cadere alcuni degli acquisiti della Signora Clark, inclusi degli spuntini che aveva comprato in segreto.«Perché hai comprato quel cibo? Sono per quel mostro, non è così?! Come hai potuto comprare quelle cose in segreto?». Colmo di rabbia, il Signor Clark spinse la Signora Clark contro il pavimento, ma prima che potesse sfogarsi con un calcio contro la sua inutile moglie, Dina arrivò in tempo per bloccare il suo padre senza cuore.«Padre!! Che cosa stai facendo?!».«Tu non hai diritto di chiamarmi “padre”, mostro che non sei altro! Solo la creatura più perfetta ha diritto di chiamarmi così!». Il Signor Clark diede uno schiaffo a Dina, facendola finire di lato. Lei si rialzò dal pavimento, fulminando suo padre con uno sguardo malevolo, prima che lui sospirasse un «Bah!» e se ne andasse.Dopo essersi assicurata che il Signor Clark se ne fosse andata, Dina andò dalla Signora Clark e chiese, «Madre, stai bene?».«Non ti preoccupare, sto bene. Sigh… oggi sono piuttosto sfortunata. Tu come stai, tesoro?».«Sto bene… Ma non ti avevo detto di non comprarmi quelle cose? Se papà le vedesse…».«Non ha importanza… Dal momento tu sei la mia unica figlia». La Signora Clark accarezzò gentilmente il viso di Dina e disse: «Dormiamo insieme stanotte, Dina».La verità era che la Signora Clark non poteva fuggire dal suo legame col marito anche se lo avesse desiderato: aveva pensato l’ipotesi di divorziare, ma non poteva abbandonare Dina, e anche se il divorzio fosse riuscito con successo, era probabile che il Signor Clark non le avrebbe lasciate andare per sempre.«Madre…». La Signora Clark si mise a sedere sul letto, mentre Dina le stava sdraiata appoggiando la testa sul suo grembo.«Sì?». La Signora Clark passò una mano sulla soffice chioma di sua figlia.«Madre… Tu mi odi? I miei occhi…». Dina guardò sua madre coi suoi profondi occhi neri.«Ovviamente no… La mamma ama veramente i tuoi unici occhi. Tu sei il mio angelo, dopotutto».«Angelo…». D’un tratto Dina si ricordò della spada nella sala delle collezioni. «Madre, vuoi scappare? Da questa casa?».«Sì, l’ho sempre voluto…».«Allora andiamocene insieme!». Dina si mise seduta. «Lasciamo questo posto! Troviamone uno dove nessuno penserebbe mai di andarci ad abitare!». Dina afferrò le mani di sua madre.«Ma Dina… Tuo padre è una persona famosa, e conosce un sacco di gente, e se lui ci volesse trovare, finiremo veramente in una brutta situazione!». Disse la Signora Clark chinando il capo.«Ma madre… Vuoi veramente continuare a vivere continuando a subire i suoi trattamenti? Tu ed io sappiamo bene che un giorno papà ci farà fuori, quindi scappiamo prima che questo accada!».Negli occhi di Dina ardevano questi appassionati sentimenti e come sua madre notificò i sentimenti che ardevano in Dina, le strinse la mano e disse, «D’accordo». Vedendo che anche sua madre era determinata, Dina disse: «Allora… Scappiamo alla vigilia di Natale! Ho già un piano!».Dina spiegò il suo piano alla Signora Clark, finché non si fece l’alba.

    . . .

    Il tempo volò e il giorno della vigilia di Natale arrivò. Dina e la Signora Clark sarebbe fuggite di casa quel giorno; quella dimora non era più la loro casa, ma un inferno. Il padre di quella dimora era un giudice e lui era la legge; tutti quelli che si mettevano contro di lui, non vivevano tanto a lungo. Dina aveva aspettato perché arrivasse quel giorno; aveva preparato tutto, e adesso doveva solo aspettare che si arrivasse la sera. Guardò il suo orologio: in quel momento, erano le cinque del pomeriggio.«Hm… È arrivato il momento». Dina tirò fuori un ciondolo: un ciondolo portafoto. Lo aveva acquistato in segreto, sgusciando fuori di casa furtivamente e andando a comprarlo al nuovo negozio di antiquariato che aveva aperto vicino a casa loro. Il negozio vendeva un sacco di cose, incluso quel ciondolo. Da quando si era nascosta fuori, indossando un travestimento, pensò che la gente non si sarebbe accorta di lei. In ogni caso, ora stava andando a consegnare quel ciondolo alla sua amata madre.All’improvviso, la porta della camera di Dina si spalancò, e la Signora Clark ricoperta di sangue, entrò dentro urlando: «SCAPPA DINA!!». Prima che Dina potesse reagire, il Signor Clark si levò di torno la Signora Clark con uno spintone da dietro e camminò minacciosamente verso Dina, afferrandola. Poi, urlò:«Tu, dannato mostro!!!!! Ti ucciderò!! Come ti sei permessa di uscire fuori!! Sai almeno che a causa di quello che hai fatto, qualcuno ti ha scattato una foto sostenendo di aver visto un mostro dagli occhi neri entrare nella nostra casa?! Ho pensato che fosse qualcun altro, ma adesso il nostro cortile è pieno di giornalisti!!». Dopo che ebbe concluso, scaraventò Dina da una parte. Dina, venendo spinta dal padre, andò a picchiare la testa contro lo spigolo del tavolo e perse conoscienza.

    . . .

    Quando Dina si risvegliò, si rese conto che il pavimento era molto freddo e l’aria era abbastanza umida. Sembrava di trovarsi nelle prigioni. Il Signor Clark aveva degli interessi per la cultura medievale, così si era fatto costruire un dungeon nella sua casa. Ora che Dina ci stava pensando, gli orribili gusti di suo padre la disgustavano.Si alzò in piedi e iniziò a vagabondare nella sua cella: sembrava che l’unica uscita da quella prigione fosse la porta. Non c’era niente lì e anche se Dina era molto magra, sembrava impossibile per lei riuscire a scappare passando attraverso le sbarre di metallo. All’improvviso, Dina sentì qualcuno venire verso di lei.Lei osservò la persona che si stava avvicinando a lei nel buio.«Ehi ~~ Piccolo mostriciattolo ~ come ci si sente a stare qui?». I passi provenivano da Maisha, quella donna odiosa. «Sapevo dei tuoi piani sin dall’inizio e questo è il motivo per cui ho mandato le foto di te fuori di casa ai giornalisti, brutto mostro».Maisha guardò Dina con uno sguardo spregevole. «Tu, razza di bestia…».«Oh, ma tu non sei la stessa cosa? È mio padre a controllarti, non è così? Costretta a dipendere da mio padre per questo… Tu, dannata donna… Tu non sei diversa da un mostro! Pensavi che non lo sapessi che andavi a sedurre mio padre ogni notte, non è così? ».Dina guardò Maisha, ridendo.«Tu sei una puttana, puttana, puttana, puttana, puttana!». Iniziò a ripetere Dina senza sosta, finché Maisha, irritata, non aprì la porta della cella e iniziò a gonfiarla di pugni, finché non iniziò a tossire sangue.«Basta, brutto mostro!! Tuo padre mi ha detto che avrei potuto finirti in qualunque momento!». Alzò la voce Maisha, mentre stava schiacciando la testa di Nina col piede.«Questo è abbastanza…».«Heh… Hehehehehehehehehehehehe!». Dina, che stava ancora venendo calpestata, iniziò a ridacchiare in modo sinistro. «Hehehehehehehe… HYAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!». Dina rise in maniera isterica quando spalancò gli occhi. «No!!!». Dina afferrò saldamente per la caviglia Maisha e urlò: «Quella che dovrebbe essere punita SEI TU!!». Dina si alzò in piedi e con l’unica mano che stava ancora stringendo la caviglia di Maisha, colpì usando l’altra mano e tutta la sua forza, il ginocchio della donna. Il dolore arrivò a farla urlare fino alle lacrime. Poi, Dina si sedette sopra Maisha e iniziò a schiaffeggiarla un paio di volte mentre rideva.«Urla, puttana! Hahahahah!». Dina iniziò a strangolare Maisha. «Non mi avresti dovuta provocare! Non dovresti mai provocare un angelo!». Maisha continuò a lottare; afferrò Dina saldamente e le provocò alcuni graffi sulle braccia, al punto da arrivare a scorticarla; ma Dina non sentì nulla, perché sapeva che la persona che aveva di fronte doveva essere punita.«Questo è vero Maisha – io so tutto quello che hai fatto e l’ho sempre saputo, quindi ho bisogno di giudicarti ora, Maisha…». Il viso di Dina si avvicinò a quello di Maisha. I suoi occhi si spalancarono a fissare lo sguardo di terrore di quella donna. «Quello che hai fatto non poteva sfuggire ai miei occhi d’angelo. Allora, io dichiaro… Te…». Dina continuò a strangolare più forte Maisha, bisbigliando vicino alle sue orecchie…«Colpevole».Dina strinse più forte la presa su Maisha, finché la vita non abbandonò i suoi occhi.Ora, tutto era più tranquillo.

    . . .

    Dopo essersi assicurata che Maisha non respirasse più, Dina si alzò, eccitata e disse:«Wow… Ho ucciso qualcuno… Ho ucciso qualcuno… Hehehehehehehe …». Dina continuò a ridere in modo isterico, iniziando ad abbracciare sé stessa, perché finalmente era riuscita a ottenere quel che voleva da tanto tempo. «È arrivato il momento di fare delle altre prove…». Dina tornò seria.Andò nella sala delle collezioni e camminò fino alla teca di vetro, guardando con uno sguardo freddo la spada. «È il momento. Vieni…». Aveva pensato che avrebbe lasciato quel posto, ma ora i suoi piani erano cambiati: lei avrebbe finito tutto, una volta per tutte, e poi avrebbe lasciato quel posto con sua madre.

    . . .

    Un’ora dopo, Dina, completamente ricoperta di sangue, raggiunse l’ufficio del Signor Clark.«Padre… Hehehehehe…». Aprì lentamente la porta, notando che non c’era traccia di suo padre. Nel momento in cui stava proprio per abbandonare la stanza, vide qualcuno sdraiato sul pavimento. Poi, nel momento in cui riuscì a distinguere chiaramente quella persona, iniziò a piangere.«Madre!!!». Dina corse verso sua madre e la abbracciò. Il suo corpo era ricoperto di ferite ed era stata pugnalata con un coltello; non respirava più.«No, NO, NO!!! MADRE!!». Non era rimasto nient’altro di lei: la sua amata madre se n’era andata. Dina pianse e la abbracciò, ma poi notò il riflesso sulla sua spada: qualcuno si stava avvicinando a lei e lo riconobbe. Quando la persona si avvicinò, Dina afferrò la spada e con un fendente, lo fece cadere.«Ciao, padre». Una delle gambe dei Signor Clark era stata tagliata via, costringendolo a strisciare come un patetico verme sul pavimento, mentre stava cercando di fuggire; ma Dina lo fermò pestando col piede il punto in cui la sua gamba era stata tagliata via.«Ahhhhhhh!!». Urlò il Signor Clark.«Padre… Ho pensato che te ne fossi andato… Mi sarebbe dispiaciuto un sacco se te ne fossi andato via… Hehehehehehe…». Disse Dina, proprio quando affondava la lama nello stomaco di suo padre. Lo pugnalò, ancora e ancora, fino ad arrivare a farlo sanguinare copiosamente.«Cosa c’è che non va, padre? Non eri tu a essere quello forte? Come puoi essere caduto tanto in basso a causa di un mostro…». Gli occhi di Dina si erano riempiti di pensieri omicidi e follia. «Tu lo sai, ti senti grande a giudicare e sputare sentenze sulle persone! Forse, diventerò un grande giudice un giorno…». Dina mosse la spada.«Giudice… Hmpf, nessun mostro potrà mai diventare un giudice. Un giudice è… Un ruolo destinato solo a chi è giusto e perfetto…». Esalò il Signor Clark.Dina puntò lo spada contro suo padre e disse: «Allora, le cose che hai fatto tu sono le più giuste? Hyahahahahaha! Io sono migliore di te. DI. GRAN. LUNGA. MIGLIORE!!!». Dina iniziò a pugnalare suo padre ogni volta che pronunciava una parola. I suoi organi fuoriuscirono dal suo corpo e le sue interiora vennero schiacciate e tritate da Dina.Il Signor Clark, sofferente per le gravi ferite e la forte emorragia, fulminò Dina con lo sguardo e urlò: «Tu… Tu,mostro!!!!».«Mostro? No, no, no… io sono un ANGELO!! Un angelo che è nato per punirti! Hyahahahaha!!». Dina alzò la spada.«Danny Clark… Io ti dichiaro… Colpevole!». Dina roteò la spada, vibrando una serie di fendenti contro suo padre, decapitandolo prima che avesse il tempo di reagire. Il corpo dell’uomo collassò e la testa rotolò via sul pavimento.Dina afferrò la testa di suo padre, rivolgendosi a lui come se potesse ancora sentirla, «Padre… Io so tutto… Tutto quello che hai fatto tempo fa l’ho visto coi miei occhi, anche se tu non mi hai mai trattata come un normale essere umano».Dina gettò la sua testa nel focolare acceso.«Hehehehe…Hehe… He…». Per qualche ragione, Dina si rese conto che il suo sangue stava ribollendo e che aveva adorato tutto quello che aveva appena fatto.Questo era giusto, adesso considerava tutto più ragionevole.Afferrò la spada stringendo l’elsa, mentre le sue mani stavano tremando e venivano scosse dai brividi allo stesso tempo.Aveva perso la testa.

    . . .

    «Hmm~♪~Hmm~♪~Hmm~♪~». Dina mise il corpo di sua madre dentro una valigia.«Non ti preoccupare, madre… Troverò un posto carino dove seppellirti~♪». Disse Dina rivolgendosi al corpo senza vita di sua madre, mentre sfiorava gentilmente i suoi capelli. Dina si cambiò i vestiti e indossò un completo bianco, che si confondeva con la sua carnagione nivea.Poi, Dina si preparò e la spada, che stava entrando in risonanza con lei sembrò esprimere la sua gioia per Dina.«È così eh? Hehehehe… Va bene, adesso sarò io la tua padrona! Hehehehe… Io sono un angelo!! Io solo ho il potere di decidere quali persone meritano di vivere o devono essere uccise da me ~♪».Dina fece oscillare la spada mentre parlava.Lasciò la casa portandosi dietro quella pesante valigia e si incamminò verso la foresta; diede un’ultima occhiata alla magione che stava venendo divorata dalle fiamme dell’incendio, prima di entrare nel bosco. Sorrise soddisfatta e sparì nella fitta vegetazione.

    . . .

    “C’è stato un incendio alla magione dei Clarks la scorsa notte. Quando i poliziotti e i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, hanno scoperto un gran numero di cadaveri decapitati. I poliziotti avevano sospettato che la maggior parte dei corpi dovevano appartenere alla servitù dei Clarks. È stato ritrovato anche il corpo del Signor Clark, con la testa decapitata e il cranio bruciato è stato ritrovato nel camino. Il corpo della Signora Clark non è stato ritrovato dalle autorità; ma si sospetta la sua morte in quando sono state trovate tracce del suo sangue nell’ufficio del marito.Taylor, l’avvocato del Signor Clark, è stato ritrovato morto poco dopo l’inizio dell’incendio; anche lui è stato ritrovato decapitato. I vicini di casa dei Clark sono stati intervistati circa il fatto che la famiglia avesse dei figli; tutti loro hanno dichiarato che i Signori Clark non hanno mai avuto figli."

    . . .

    Un mese dopo.“Buongiorno. Qui è David Starter del Morning News. Sembra che la scorsa notte, alcune persone abbiano avvistato una ragazza in bianco che brandisce una spada. Chiediamo ad alcuni testimoni le circostanze dell’avvistamento.«Lei è un ANGELO! Ho visto le sue ali!». - «Lei è un fantasma bianco che trasporta le teste mozzate!». - «Lei è qui per giudicarci!! Lei è qui per le nostre vite!».Un uomo che stava guardando il telegiornale rise di fronte la TV e disse: «Bah, angeli… Deve essere l’ennesima trovata della gente stupida… Come se gli angeli esistessero in questo inferno di mondo».Camminò in vicolo buio per fumare e poco prima di mettere la sigaretta in bocca, fu spinto contro il muro da qualcuno.Sotto un debole fascio luminoso, vide una ragazza vestita di bianco.«A-aspetta! Tu sei…?!». L’uomo iniziò a lottare mentre parlava, ma la ragazza lo mise a tacere prima che lui potesse terminare la frase.«Ssssh… Devi fare silenzio durante la sentenza… Come osi sfidare un angelo? Hehehe… A causa di questo, io ti dichiaro…».

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    Fonte:Creepypasta Italia Wiki
  7. .
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    Molti di noi conoscono cartoni animati che insultano la società come I Simpson, Family Guy e South Park. Ma i più anziani si ricorderanno del cartone Ren e Stimpy, trasmesso dal canale Nickelodeon. Il suo creatore era un tipo strano, pieno di problemi. Il cartone spesso non era adatto ai bambini, quindi Nickelodeon, in più occasioni, decise di modificarne i contenuti. Un giorno, nel 1992, il creatore fu licenziato per aver fatto un episodio troppo esplicito e crudo. Era ancora uno sketch, ma si intuiva che la sua idea era troppo cruda per essere trasmessa. L'episodio era chiamato "La vita fa schifo".

    Tutto inizia con Stimpy che sta innaffiando ill suo orticello, salutando fiorellini, animaletti e insettini. Dice quindi a Ren che la vita è meravigliosa, con tutti i paesaggi e le bellezze della natura fatte solo per essere ammirate. Ren Risponde che la vita fa schifo, e perciò Stinpy si offende. Ren gli fa vedere più da vicino la natura, facendogli notare come un dolce insetto viene divorato da una mantide religiosa. La scena è molto cruda, si possono sentire le disperate urla dell'insetto e la mantice che mastica. Ren, quindi, prende una calcolatrice e, con un conto matematico, mostra che il 99,999999% (numero originale) delle creature viventi morirà divorata, divorerà o morirà di una tremenda malattia. Ren, quindi, finisce la scena dicendo chiaramente "La vita fa schifo".

    In un cambio di scena si vede Ren che racconta una storia a Stimpy, e Stimpy ascolta con entusiasmo. Tutto inizia con dei bambini che hanno una visione, di una terra promessa. Quindi, per raggiungerla, iniziano a camminare, e camminare, e camminare. Dopo un po' arrivano a un fiume, ma la corrente ne porta via un bel po', e li fa annegare (in un'immagine si vede un pesce che mangia un cadavere). Cammina cammina, e i sopravvissuti incontrano una montagna. Ren spiega perfettamente che i fortunati moriranno di ibernazione, mentre gli altri sopravvissero, ma con piccole estremità 'amputate' dal freddo. Stimpy si mette a piangere, e chiede se qualcuno sarebbe riuscito ad attraversare la montagna, e Ren annuisce. I sopravvissuti, però, incontrano dei guerrieri che, come dice Ren, li spellano vivi. Stimpy diventa isterico, e chiede se qualcuno ce la fa ad arrivare alla terra promessa. La risposta di Ren fu positiva, ed aggiunse che i bambini ebbero lunghe e sane vite, ma dovettero lavorare come schiavi. A questo punto Ren picchia Stinpy e alla fine conclude l'episodio dicendo chiaramente "La vita fa schifo".

    https://m.youtube.com/?reload=2&rdm=1oi2cj...h?v=6La_U4g1Src

    Ren & Stimpy Unaired "Life Sucks" Animatic

    Fonte: Creepypasta Italia Wiki

    Edited by tommy1996 - 2/9/2015, 02:52
  8. .
    Camminavo lentamente, zoppicando fra un albero e l'altro, e nel frattempo tremavo: un vento gelido, pungente, graffiava la mia pelle, ed era un qualcosa di atroce, un po' come essere trafitti da un centinaio di spine ed essere costretti a trattenere il dolore.

    Come ha potuto mamma pensare di mandare una bambina sola nel bosco? E con tutto questo freddo, poi! Avrebbe potuto benissimo andare lei dalla nonna, o quantomeno accompagnarmi.

    Anzi, no: cosa mi passa per la mente? D'altronde lo so, a lei piace lavarsene le mani, a lei piace mandarmi a calci in culo fuori di casa pur di sbarazzarsi di me il prima possibile. Lei pensa solo alla sua salute e a quella della nonna. Non di certo a me...

    Ma sono stanca, stanca d'essere la solita bambina brava e ubbidiente, stanca di non potere dire quel che penso per la sola paura di ciò che quella lurida strega potrebbe farmi. Non sono una schiava, non sono un semplice pupazzo con cui potere giocare: a mio malgrado, anch'io provo emozioni.

    Ma adesso, le uniche emozioni che son rimaste dentro di me sono la rabbia e l'odio, misti ad un inappagabile desiderio di sfogo.

    Proprio mentre mi trovavo in balia di quei pensieri, sentii dei passi avvicinarsi a me. Era un lupo. Una di quelle creature di cui si parla ai bambini per farli intimorire. Anche mia madre e mia nonna l'avevano fatto, in passato. "Se non fai la brava e non ci ubbidisci, il lupo ti sbranerà" dicevano. Erano tutte cazzate. Adesso, se il lupo deciderà di attaccarmi, sarà soltanto colpa vostra, per non avermi dedicato abbastanza attenzioni e non esservi mai preoccupate di me.

    Eppure, perché dovrei morire a causa vostra?

    È arrivato il momento di cambiare le regole. E il destino. E persino me stessa.

    Prima ancora che il lupo mi attaccasse, attaccai io lui: afferrai un legnetto appuntito che si trovava là vicino, poi presi una leggera rincorsa e mi precipitai contro di lui. Lo stesi a terra, con una mano gli serrai la bocca e con l'altra addentrai il legnetto nel suo petto.

    Era una scena patetica: una bambina che uccide un lupo. Nessuno ci avrebbe mai creduto.

    Centrai il suo cuore, quindi dopo qualche minuto il lupo era già morto. Che peccato, mi sarebbe piaciuto divertirmi un altro po'.

    Allora, pensai di squartarlo.

    Inizialmente mi aiutai col legnetto che avevo trovato prima, poi iniziai a strappare la sua pelle con le mani e con i denti. Era bello sentire il sapore del sangue, era bello stringere tra le mani le sue interiora, talmente forte da farle quasi scoppiare. Da vivo sarebbe stato più bello: l'avrei visto contorcersi, ululare disperatamente per trovare aiuto. Ma tanto nessuno l'avrebbe ascoltato.

    Mi piacerebbe se anche mamma provasse questo tipo di dolore: perlomeno capirebbe ciò che ha fatto provare a me finora.

    Una volta squartato, tolsi la sua pelliccia insanguinata per scaldarmi e, infine, presi la gamba che avevo staccato a morsi e la misi nel mio cestino.

    Alla nonna farà bene un po' di carne fresca.
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    Fonte: Creepypasta italia wiki.
  9. .
    Non so a cosa stavo pensando per abbandonare così mio figlio.

    Ora subisco la maledizione e ora sono cieca. Con tutta questa rabbia, sensi di colpa e tristezza che stanno per perseguitarmi per sempre. Non vedo l'ora che arrivi il dirupo alla fine del fiume, è questa la vendetta che sto cercando?

    Oppure sto cercando qualcuno che mi vendichi?

    Intrappolata nel mio stesso paradosso, voglio liberarmi. Forse dovrei seguirlo e trovarlo prima che cerchino di fermarlo... Non manca molto prima che io diventi una marionetta.

    E' passato così tanto tempo da quando ho visto mio figlio per l'ultima volta, perso per via di questo mostro, per via dell'uomo responsabile del massacro.

    Da quando sei scomparso ho continuato a cantare questa stupida canzone cosicché io possa meditare sulla sanità mentale di tua madre.

    Vorrei vivere nel presente con il dono dei miei errori passati ma il futuro comincia ad avvicinarsi come un branco di serpenti, i tuoi piccoli occhi dolci, il tuo piccolo sorriso è tutto ciò che ricordo.

    Quelle memorie sfocate disturbano la mia quiete, la giustificazione mi sta uccidendo ma uccidere non è giustificato.

    Cos'è successo a mio figlio?

    Sono terrorizzata, esso ristagna nella mia mente e continua a diventare sempre più insistente. Mi dispiace, figlio mio, vorrei essere stata presente.

    E' passato così tanto tempo da quando ho visto mio figlio per l'ultima volta, perso per via di questo mostro, per via dell'uomo responsabile del massacro.

    Da quando sei scomparso ho continuato a cantare questa stupida canzone cosicché io possa meditare sulla sanità mentale di tua madre.

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    Fonte: Creepypasta italia wiki.

    Edited by tommy1996 - 12/6/2015, 13:43
  10. .
    Questo posto è vuoto da molti giorni, che siano vere le voci?

    La nostra pizzeria sta davvero chiudendo?

    È vero che saremo abbandonati?

    È vero che probabilmente, nessuno vorrà comprarci?

    Non è giusto, vorrei tornare indietro nel tempo per capire perché sono stato lasciato solo, e sopratutto, perché mi hanno isolato in questa stanza.

    Ora ricordo, il morso...

    Quanto vorrei non averlo fatto, non so neanche perché l'ho fatto...

    So soltanto che Freddy e gli altri non mi hanno mai portato tanta attenzione..

    Anche quando ho infranto le regole.

    Ma io non voglio restare solo...

    Dove posso trovare un altro amico animatronico?

    Pensandoci bene... Sì, la guardia notturna, potrei stringerci amicizia.

    Anche gli altri stanno cercando di prenderlo, per qualche ragione..

    Probabilmente vogliono metterlo dentro un costume e fare amicizia.

    Sono un po' timido, lo ammetto. Quando mi fissa con la telecamera non riesco neanche a muovermi.

    Probabilmente è una terribile idea... Ma devo provare. Sono stanco di stare solo... E poi, io sono un pirata, devo andare a prendermi il mio amico.

    Ora corro, l'unica cosa in cui sono bravo è proprio la corsa.

    Ti prego, non chiudere quella porta, spero che non sia troppo tardi...

    Sì, la porta è aperta, finalmente ce l'ho fatta.

    In faccia ha un'espressione di terrore, ma una volta diventato mio amico, non sarà più spaventato.

    Il mio nuovo amico è un po' timido, non mi ha ancora detto niente.

    Ma alla fine, riesco a sentire la sua gioiosa compagnia.

    È bello avere qualcuno con cui parlare, non vedo l'ora, che cominci a dirmi qualcosa.

    E tu?

    Vuoi essere il mio prossimo amico?

    Il_desiderio_di_Foxy
  11. .
    Non crediate che sia sempre stato cattivo o violento, come vogliono farvi credere.

    Il mio predecessore aveva ed ha ancora tutt'oggi, qualche rotella fuori posto. Lui, quel lontano morso, lo ha dato di sua spontanea volontà, ed ora per quel gesto, lui e gli altri tre stanno per essere smantellati.

    Venni creato per evitare che quella sciagura non si ripetesse più.

    Il mio nome, era Toy Foxy.

    Dovevate vedermi, ero il personaggio preferito dai bambini, persino più del nuovo Freddy.

    Ero l'unico a poter interagire coi bambini e viceversa, insomma, ero l'anima delle feste. Ero anche l'unico dotato di una radio interna, che trasmetteva canzoncine per bambini.

    Ma purtroppo, come le migliori feste finiscono, cominciò anche per me una fase di declino. A poco a poco, i bambini cominciarono a prendere più confidenza, troppa. Le pacche e le carezze, ben presto si trasformarono in calci e pugni, venni trascinato e strapazzato tutti i santi giorni, le risate di quei discoli si mischiavano alla musica della mia radio, ed al rumore metallico dei miei componenti che si staccavano.

    E così, alla fine di ogni dannata giornata, venivo sempre rimontato, per poi essere di nuovo torturato il giorno successivo.

    Ad un certo punto, cominciai ad essere talmente danneggiato, che mi ricostruirono un'ultima volta, per essere ancora massacrato, senza che perdessi i miei componenti.

    Che vergogna, ora sono diventato un mostro, la testa dell'endoscheletro è scardinata rispetto alla maschera e l'occhio destro, è rimasto dentro di essa. Persino la radio è rovinata, emette soltanto fastidioso statico alternato da parole incomprensibili.

    Sono stato ribattezzato con il nome Mangle, e per i bambini, sono diventato una sorta di punching ball.

    Vi faccio notare che, a differenza dei nostri predecessori, noi nuovi, abbiamo un sistema di autonomia che funziona soltanto di notte, e quindi, non possiamo nuocere nessuno di giorno. Ma la notte, tutta la mia delusione, la mia rabbia ed il mio disgusto verso il genere umano, si trasformano in una forma di violenza incontrollabile.

    Eccolo lì, il nuovo guardiano notturno, a quanto pare, non sembro l'unico ad avere questa rabbia omicida, anche gli altri animatronics, compresi quelli vecchi, sembra vogliano mettere le mani su di lui.

    Noto che è troppo impegnato a tenere a bada gli altri, per curarsi di me.

    Lo attaccherò da sopra.

    Non preoccupatevi, cercherò di mettere fine a tutto ciò, senza farlo soffrire più di tanto.

    Già, come quanto non ho già sofferto io.

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    Edited by tommy1996 - 27/5/2015, 15:40
  12. .
    Un tempo facevo ridere. Divertivo i bambini insieme a un orso dorato... Che bei tempi...

    Ma io sono stato buttato, messo da parte, a marcire. Perché sono una trappola. E lo sono diventato per colpa dei miei creatori.

    20 anni lasciato qui... Ma una notte, tutto cambiò.

    Quella notte un uomo entrò nella pizzeria in cui mi trovavo. Sentii dei rumori assordanti di ferraglia che andava in frantumi. Poi sentii quell'uomo urlare. Si precipitò qui, e insieme a lui comparvero 5 bambini fatti di luce pura. L'uomo sembrava terribilmente spaventato da loro. Uno tentò di avvicinarsi all'uomo, ma lui lo evitava terrorizzato. Poi mi prese e si mise dentro di me. Mi alzai dopo tanto tempo, ma con l'energia di quell'uomo, non la mia. I bambini non capivano.

    Dentro di me, l'uomo si sentiva sicuro, protetto. Cominciò a ridere esageratamente, fin troppo sicuro di sé.

    Ma fu un terrible errore. I miei ingranaggi, all'improvviso, lo stritolarono brutalmente.

    L'uomo cominciò a urlare, carico di dolore, in una maniera disumana. Sentivo il suo sangue caldo scorrermi addosso. Dopo qualche minuto, la sua vita si spense.

    E passai 30 anni qui, dimenticato, con il cadavere di quell'uomo decomporsi, mentre la sua rabbia, il suo odio e la sua follia omicida mi pervadevano.

    Ho sentito che trasformeranno il ricordo delle disgrazie qui avvenute, molti anni fa, in una stupida attrazione dell'orrore.

    Farò di tutto per impedirlo, brucierò tutto se necessario.

    Ma prima... perché non esaudire l'ultimo desiderio dell'assassino dentro di me?

    Springtrap_truth

    Edited by tommy1996 - 27/5/2015, 15:36
  13. .
    "La condizione" comincio' lo psicologo alla televisione, supportato da decine di battiti di mani "di non provare emozioni, che e' presente in alcuni esseri umani, e' chiamata sociopatia o disturbo antisociale della personalita'. I soggetti affetti da questo disturbo sono spesso dotati di un comportamento incontrollabile e aggressivo, talvolta criminale...".


    Mentre lo psicologo continuava a parlare, Rebecca corse, gridando, per le scale, senza pero' riuscire a coprire del tutto il rumore del televisore, che l'uomo nero aveva aumentato al massimo.


    "Uno dei piu' pericolosi sociopatici della storia e' attualmente libero, fuggito ieri dal manicomio dove era rinchiuso per avere ucciso la sorella, mediante un coltello, di soli sei anni di eta'. Il suo nome e' Malcom..."



    La porta della camera fu brutalmente sfondata dal killer. Rebecca, pronta, lo colpi' al ventre con un ferro da maglia. L'uomo cadde a terra.


    "Condizione particolare di alcuni sociopatici, Malcom compreso, e' l'apatia, una condizione per cui essi non provano il benche' minimo dolore..."


    Malcom si rialzo'.


    "Chiunque lo veda e' pregato di chiamare il numero sullo schermo."
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  14. .
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    Sviluppo Spicy Horse

    Pubblicazione Electronic Arts

    Ideazione American McGee

    Data di pubblicazione Stati Uniti Canada 14 giugno 2011

    Europa 16 giugno 2011

    Genere Avventura dinamica

    Tema Dark fantasy, New Weird, Steampunk, Fantasy orientale Horror

    Modalità di gioco Singolo giocatore

    Piattaforma PlayStation 3, Xbox 360, Microsoft Windows

    Motore grafico Unreal Engine 3

    Preceduto da American McGee's Alice

    Descrizione
    Alice: Madness Returns è un videogioco per Microsoft Windows, PlayStation 3 e Xbox 360, sviluppato da Spicy Horse e pubblicato da Electronic Arts nel 2011.

    È il sequel del videogioco American McGee's Alice, uscito nel 2000 per Windows e Mac.

    Il gioco è liberamente ispirato alle opere di Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.

    La trama

    Come nel prequel, il giocatore veste i panni della giovane Alice Liddell, ragazza rimasta orfana in seguito ad un incendio. La storia comincia dove il precedente capitolo si interrompe[1], con Alice dimessa dal manicomio di Rutledge, dove era stata ricoverata perché creduta pazza, ora residente presso un orfanotrofio della Londra vittoriana.

    Alice, ancora ossessionata dalla morte dei suoi genitori, è in cura presso il dottor Angus Bumby, psichiatra esperto nell'arte dell'ipnosi e proprietario dell'orfanotrofio in cui risiede la protagonista. Su ordine del dottore, Alice si reca presso un farmacista ad Highstreet e sulla sua strada incontra un gatto bianco. Seguendolo arriva in un vicolo dove si trova circondata da creature per metà umane e per metà Jabberwocky (una creatura mostruosa). Mentre sta per essere sopraffatta da essi, le creature scompaiono e Alice si trova di fronte all'infermiera Witless, che aveva conosciuto durante la sua permanenza al manicomio. Witless racconta di come Alice, mentre era ricoverata a Rutledge, abbia più volte ammesso di essere responsabile della morte della sua famiglia e di come lei l'abbia aiutata, dietro interesse personale, a sistemarsi dopo essere stata dimessa, nonostante fosse ancora instabile. Alice segue l'infermiera fin sul tetto di casa sua, dove ha un'allucinazione e la vede trasformarsi in Jabberwock. Dopodiché il tetto crolla e Alice si ritrova nel Paese delle Meraviglie.

    Nel Paese delle Meraviglie, lo Stregatto, un felino che può scomparire ed apparire a piacimento, rivela ad Alice che incombe una nuova minaccia nel Paese delle Meraviglie. Un treno, chiamato Treno Infernale, sta distruggendo il Paese, e durante il suo percorso Alice comincia a recuperare i ricordi legati all'incendio. Proseguendo nella sua avventura, Alice incontra la Duchessa, vecchia avversaria questa volta alleata, la quale le dona il Macinapepe, una sorta di arma. Alle porte del regno costruito e governato dal Cappellaio Matto, Alice incontra nuovamente lo Stregatto, il quale le dice che forse il Cappellaio è coinvolto direttamente con la distruzione che sta devastando il Paese delle Meraviglie. Addentrandosi nel dominio meccanico, Alice scopre che la Lepre Marzolina e il Ghiro, storpiati e robotizzati dagli esperimenti del Cappellaio, si sono ribellati: il loro capo è stato fatto a pezzi e i dodo schiavizzati come forza lavoro. Dopo aver ritrovato la testa e il tronco del Cappellaio tra i rifiuti, Alice decide di ritrovare i suoi arti in cambio di informazioni. Riassemblato il Cappellaio, i due si dirigono alla fabbrica centrale, dove scoprono che sono stati la Lepre e il Ghiro a costruire il Treno Infernale. La Lepre e il Ghiro catturano il Cappellaio e tentano di attaccare Alice con un robot gigante, ma il Cappellaio si libera e fa cadere su di loro una teiera, uccidendoli. Alla vista dei loro corpi, il Cappellaio impazzisce del tutto, tentando di rianimarli per un ultimo tè insieme. Prima di essere schiacciato nel crollo del suo dominio, il Cappellaio dice ad Alice di cercare la Finta Tartaruga (ex macchinista delle Ferrovie dello Specchio), in quanto lui dovrebbe saperne di più sul treno infernale. Un'ondata di tè sommerge Alice e lei comincia a annegare, ma si sveglia di nuovo ritrovandosi nel Tamigi.

    Trailer
    https://m.youtube.com/watch?v=cFrs5UGB-ns
    Gameplay
    https://m.youtube.com/watch?v=krc0dvJ9rvY
  15. .
    Quanto segue è la vicenda accaduta ad un giovane statunitense, nel 2005.

    Non sappiamo con certezza chi sia l'utente con cui il giovane abbia interagito.

    Ma una cosa è certa, internet non è mai stato e non sarà mai un luogo sicuro.



    Ciao, il mio nome è Mewave89... ed ero il miglior giocatore di pokémon di tutti i tempi.

    La mia esperienza iniziò nel 1998, quando, per natale, i miei genitori mi regalarono un Gameboy con Pokémon Versione Blu.

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    Ricordo che lo vidi per la prima volta dietro una vetrina in un negozio di videogiochi, e visto che Pokémon era il mio cartone preferito in assoluto, pregai i miei genitori che me lo regalassero

    Quando, la mattina di natale, aprii il pacco, ero semplicemente estasiato... avevano accontentato la mia richiesta. Il giorno dopo, chiamai i miei amici, anch'essi possessori di un gameboy e gli mostrai il mio nuovo gioco. Ricordo che ridevano ad ogni cosa che facevo. Ogni volta che il mio cammino si interrompeva per via di un pokémon selvatico, si sganasciavano dalle risate. E la cosa faceva ridere anche a me. Adesso sicuramente penserete che non c'era era assolutamente nulla da ridere, ma fate conto che era il primo gioco di pokémon, ed ero uno dei primi che lo possedeva in città. Da quel giorno, nacque un'intensa passione per l'universo dei pokémon. Incominciai ad acquistare accessori sempre nuovi per il mio gameboy, ed ogni giorno allenavo i miei pokémon sempre di più. Per racimolare denaro, facevo dei lavoretti per il vicinato. Alcuni erano semplici, altri invece richiedevano un po' di olio di gomito... ma non demordevo, perché avrei utilizzato quel denaro soltanto ed esclusivamente per i giochi sui Pokémon.

    Il tempo passava, e la mia bravura si trasformò in maestria.

    Ero il giocatore di pokémon più in gamba della città, I miei amici organizzarono dei piccoli tornei, dove portai il mio gameboy e sfidai altri ragazzi della zona. Alcuni, venuti a conoscenza della mia abilità, arrivarono pure da città lontane, il che mi meravigliava. E vincevo, vincevo sempre. Ero il migliore. Qual'era la mia tecnica? Semplice: pura devozione per i miei pokémon. Vederli ora, sono solo delle semplici sprites... ma dietro quello schermo, apparivano così... vivi.

    Gli anni passavano, e le tecnologie progredivano. Uscì il primo gameboy advance, e grazie ai vari lavoretti estivi, me lo riuscìi a permettere. Poi, acquistai pokémon zaffiro, e la storia ricominciava. Devozione, cura e amore: sono questi i tre accorgimenti per diventare il pokémaster n.1. Mentre crescevo, sentivo aumentare la mia devozione per i pokémon, essi erano legati a me... e io a loro. Ora come ora, non riuscirei a contare tutte le ore che ho passato coi pokémon... ma non mi importava. I pokémon sono la mia vita, il mio sangue. Incominciai a partecipare ai tornei regionali... ma il risultato non cambiava mai: vincevo sempre. Allora, decisi di creare un piccolo sito internet, dove avrei postato i miei punteggi e le statistiche dei miei pokémon. Ogni giorno arrivavano diversi messaggi, tutti giocatori di pokémon. Essi mi chiedevano consigli e richieste. Uno di loro, particolarmente fastidioso, attirò la mia attenzione.

    Si chiamava "Yurmin" e sosteneva di essere il miglior giocatore di pokèmon della terra. Io, sinceramente, non gli credevo. Ehehe... il miglior giocatore di pokémon della terra. Probabilmente era uno dei tantissimi sedicenti campioni di pokémon. Continuava a inviarmi domande e richieste totalmente inutili. - I pokémon sono pokémosi per te? La pietra foglia funziona con Mewtwo? Uscirà pokémon porpora? - e tante altre domande insensate. Ne ho avuti di fans strani, ma lui fu il soggetto più fastidioso che abbia mai visto. Ogni volta che eliminavo il suo messaggio, me ne inviava un altro. Così, decisi di bloccare il profilo. Ma lui, in qualche modo, riusciva comunque ad inviarmi i suoi messaggi fastidiosi e senza senso. Bene, evidentemente avevamo davanti un hacker da quattro soldi. Allora, decisi di rispondergli, ma non feci in tempo a scrivere che mi inviò un altro messaggio.

    Quest'ultimo diceva soltanto - Giochiamo?- Non so perché, ma quella frase mi parve piuttosto minacciosa.

    Mi inviò un link, era un file exe. Ovviamente, non lo aprii: era sicuramente un virus. Ma non feci in tempo a chiudere la posta elettronica che il browser mi avvisò di un download completato.

    Lo schermo si oscurò. Lo stomaco mi si contorse. A breve sarebbe apparsa la famigerata schermata azzurra e tutto sarebbe finito. Chi diavolo era? Che cosa voleva da me? Ad un tratto, partì una serie di suoni in 8bit che conoscevo molto bene. Era l'introduzione di Pokémon Cristallo. Solo che al posto di "Crystal Version", c'era scritto "Yurmin Version".
    Pigiai il tasto esc, ma il programma non si interrompeva. Ero costretto ad iniziare.

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    Iniziai la partita, il gioco era in inglese. Lo sapevo a memoria, la lingua non era affatto un problema. Il gioco iniziò, fin qui niente di anormale. La cameretta non presentava niente di diverso. Scesi le scale e mia madre, come di consueto, si avvicinò a me per dirmi qualcosa. Dopo il dialogo con mia madre, uscì di casa ed entrai nel laboratorio del professor Elm. La schermata di selezione del pokémon non presentava niente di strano. Scelsi cyndaquil (i pokémon fuoco sono sempre stati i miei preferiti). Dopo di che, uscìi fuori, e mi incamminai verso est. Attraversai l'erba alta e, come previsto, apparve un pokémon selvatico. La battaglia era iniziata, ma io non ero affatto intenzionato a giocare. Premetti di nuovo il tasto esc, ma non succedeva assolutamente niente. Pigiai dei tasti a caso, niente. Dopo qualche secondo, tirai un sospiro e quando apparve il box con le mosse e l'inventario, cominciai a giocare. Scelsi la mossa "azione", e appena il mio pokémon attaccò, capii che c'era qualcosa di strano. Il mio attacco prosciugò i punti salute del pokèmon avversario. E quando quest'ultimo scomparve dallo schermo, la mia barra exp salì così tanto che cyndaquil aumentò di due livelli.

    Ah... bene, era questo l'obiettivo di codesto yurmin? Constringermi a giocare a una versione ultrafacilitata di pokémon cristallo?

    Continuai a giocare, tanto con il ritmo che andavo solitamente coi giochi pokémon e con i trucchetti che conoscevo avrei finito il gioco in meno di un'ora.

    Incontrai diversi allenatori, e misi ko in una sola mossa tutti i loro pokémon. Il mio pokémon saliva continuamente di livello, con estrema facilità.

    Incontrai diversi pokémon selvatici e li sconfissi tutti, fino a quando il mio pokèmon si evolse. "Congratulazioni, il tuo cyndaquil si è evoluto in un YURMIN." disse il gioco. Il mio pokémon si era trasformato in un'inquietante chiazza nera con due grossi occhi. Ma che diavolo era. Non vi era alcuna descrizione del pokémon, soltanto che era di tipo PSICO. Lasciai perdere e continuai a giocare, così in un batter d'occhio avrei finalmente finito questo scempio.

    Parlai con un'allenatrice. Ad un tratto, il box di dialogo scomparve e l'allenatrice si liquefò davanti ai miei occhi. Partì una musichetta ad 8bit che non conoscevo ed apparve un nuovo box di dialogo che diceva "You're mine." Quando la musica si interruppe, il corpo disciolto dell'allenatrice scomparve.

    "Sei mio"... si stava... riferendo a me?

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    Provai a parlare con un altro allenatore, e anche quest'ultimo si sciolse. Attraversai l'erba alta, ma dei pokémon selvatici nessuna traccia. Questa volta, non parlai con un allenatore, ma decisi di parlare con un vecchietto. Si squagliò anche lui. La cosa incominciò a spaventarmi. Parlai con l'infermiera del centro pokémon, anche lei si sciolse. Ogni volta che parlavo con qualcuno, quest'ultimo si liquefaceva, e ogni volta appariva la stessa frase con la stessa musichetta.

    Decisi di tornare al punto dove avevo iniziato, il mio intuito mi suggerì che, in casa mia, poteva esserci qualcosa.

    La musica si interruppe, quando entrai in casa. "Mia madre, era lì, che mi fissava. Allora ci parlai. Pochi secondi dopo, la donna mi disse "I'm watching you, Ricky". Poi, si sciolse anche lei, come tutti coloro a cui avevo parlato. Improvvisamente, il gioco si distorse. Era come se lo spettro dei colori fosse stato invertito.

    "I'm watching you Ricky..." Ricky è il mio nome, come fa a saperlo? Chi diavolo è questo yurmin?!

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    Uscii fuori di casa, mi ritrovai in un ambiente surreale. Incominciai a camminare, quando una sagoma nera apparve in fondo alla via, e si avvicinò a me. Lo schermo si oscurò.

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    Due occhi minacciosi, immersi nel buio, mi fissavano. Un box di dialogo mi diceva -Thank you so much for-a playing my game!-... il tutto accompagnato da un'inquietante canzone ad 8bit. Non so perché, ma ebbi l'impressione di averla già sentita quella frase.

    Premetti INVIO, e ritornai al gioco. Improvvisamente, il mio personaggio si sciolse come tutti gli altri. E appena la musica finì, il gioco si interruppe.

    Mi tremavano le mani, mi sentivo male... stavo per svenire. Pigia il tasto invio, poi esc, ctrl alt canc, niente. Colpì la tastiera più volte, niente da fare. Spensi il computer e lo riaccesi. Tolsi la batteria e la rimisi, ma la schermata nera continuava ad apparire. Dal computer provenne un forte odore di bruciato mischiato ad uno strano sentore che non riconoscevo, sembrava acido gastrico o qualcosa del genere.

    Era finita: il mio computer era andato, tutti i miei lavori, i miei progetti... in fumo. Passai la notte in bianco, volevo urlare e rompere tutto, ma avrei svegliato i miei. Che diavolo di gioco era? Chi poteva aver creato una cosa del genere? Lurido bastardo. Incominciai a camminare per la mia stanza, in preda ad un raptus di rabbia. Dopo un ora, mi calmai e mi misi a letto. Passai tutta la notte a pensare a ciò che avevo visto.

    Il mattino seguente, portai il computer da un tecnico, per farlo riparare. Passai la giornata a sperare che tutto si sarebbe risolto, la sera il tecnico mi chiamò. Mi disse, sconcertato, che il processore e il disco rigido del mio computer si erano letteralmente fusi. Sostenne che mai aveva visto una cosa così. Quando il tecnico aprìi il mio portatile, era come se fosse stato versato dentro dell'acido solforico. Ero sbalordito. Purtroppo non c'era nulla da fare, il mio computer era da buttare. Non c'era più nulla di recuperabile. Per diversi giorni, stetti male. Era come se avessero strappato e bruciato una parte di me.

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    Qualche giorno dopo andai da un mio amico, per usare il suo PC. Mi connessi al mio sito internet... e sbarrai gli occhi. La mia pagina era stata cancellata, insieme a tutti i miei contenuti... i miei record, gli screenshot e i video dei tornei. Stavo per svenire.

    Non poteva trattarsi di una coincidenza, era stato lui. Chiunque egli sia, non è un semplice hacker... è qualcosa di più. Egli mi ha costretto ad usare il suo gioco, ha distrutto il mio computer e ha cancellato il mio sito web... per il solo scopo di annientare tutto ciò a cui tenevo di più. Che cosa voleva da me? Perché mi ha fatto questo?

    Da quell'episodio, si generò in me una sorta di paura per internet e l'informatica in generale. Smisi di usare il computer e mi dedicai ad altre attività. Per molti era ridicolo, ma ogni volta che vedevo un computer mi si irrigidiva il corpo. Talvolta, quando chiudevo gli occhi, rivedevo per un secondo, quegli occhi nel buio che mi fissavano.

    Da quell'oscuro episodio, passarono diversi anni. Mi trasferìi in un altra nazione e acquistai un nuovo computer. Erano usciti tanti altri giochi di pokémon ma, oramai, non mi interessavano più.
    Pur essendo passati tanti anni da quell'episodio, faccio ancora dei sogni legati a quella vicenda. Yurmin è divenuto parte dei miei incubi... e ne farà parte per sempre.

    Quello che ho raccontato, è solo uno dei diversi episodi in cui yurmin è protagonista. Nel 2007, un utente francese sostenne di aver avuto a che fare con un hacker.
    Stando ad un suo messaggio trovato in un forum, egli si ritrovò ad usare una versione per pc di chrono trigger. La stessa cosa, avvenne ad un utente in Brasile, mentre chattava con un amico si ritrovò a giocare ad una versione modificata di final fantasy 3.

    Il caso di Ricky è uno degli episodi più inquietanti in cui yurmin è protagonista. Yurmin è considerato uno degli hacker più pericolosi in circolazione. La sua inumana maestria ha portato a far credere a molti che non fosse un essere umano, ma una cosa è sicura: yurmin è un soggetto maligno.

    Egli sfrutta ciò a cui tieni di più per usarla contro di te. Quando ti cattura, non puoi sfuggirgli. Egli gioca con te, per poi punirti distruggendoti il computer. Ma non si limita solo a questo, vuole lasciarti un ricordo indelebile, una cicatrice.

    Yurmin è avvolto dal mistero, non si sa di preciso chi sia e da dove venga, ma una cosa è sicura: egli è da qualche parte... nei meandri più tetri di internet. Stai molto attento, perché, pur essendo inattiva, egli potrebbe sfruttare la tua webcam per spiarti... in attesa di attaccare.

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30 replies since 19/5/2014
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